Pubblicato il: 02/07/2020 18:34
Uni Ente Italiano di normazione e Consiglio nazionale degli ingegneri hanno pubblicato la prassi di riferimento Uni/PdR 87:2020 ‘Servizio prevenzione e protezione – Attività tipiche del servizio di prevenzione e protezione così come previsto dall’art. 33 del D.Lgs. 81/2008’ che fornisce elementi utili a tutti i soggetti coinvolti nella gestione della salute e sicurezza per espletare al meglio la loro funzione. La figura del Responsabile del servizio di prevenzione e protezione sul lavoro, secondo Uni e Cni, è diventata ancora più cruciale nel periodo di gestione dell’emergenza sanitaria, e lo sarà ancora di più nei prossimi mesi, in cui è fondamentale non abbassare la guardia nelle misure di contenimento del virus. La prassi di riferimento costituisce, per i due enti, un importante punto di riferimento per il datore di lavoro e per tutti i soggetti coinvolti nella gestione della sicurezza sui luoghi di lavoro in quanto, partendo dal D.Lgs 81/2008, prende in esame tutti i compiti generali del servizio di prevenzione.
Tali compiti vanno dall’analisi dei documenti aziendali, alle visite degli ambienti di lavoro e relative macchine e attrezzature; dall’interazione con i soggetti dell’organizzazione aziendale alle relazioni con i soggetti pubblici; dall’impostazione del processo valutativo alla redazione del documento di valutazione dei rischi; dalla progettazione di interventi informativi e formativi alla realizzazione degli stessi. Si tratta di attività di tipo tecnico, gestionale, organizzativo e relazionale che risultano fondamentali per l’efficacia e l’efficienza dell’azione di prevenzione all’interno dell’organizzazione. L’impegno e il tempo del Servizio di prevenzione e protezione da dedicare allo svolgimento delle attività, dipende da diversi fattori come le dimensioni aziendali, la minore o maggiore complessità organizzativa, la tipologia di rischi presenti in relazione all’attività produttiva svolta dall’organizzazione, il contesto territoriale di riferimento, il livello di conformità alle leggi e regolamenti e la cultura organizzativa.
Se nella prima parte la Uni/PdR 87:2020 individua le aree di intervento, le attività tipiche e i compiti relativi al Spp, nella seconda organizza tali attività in un approccio strutturato per processi che consente un’efficace sistematizzazione. In una prima fase – quella della pianificazione – vengono identificati gli ambiti di intervento e delle attività tipiche che dovranno essere svolte dal servizio di prevenzione e protezione aziendale sulla base dell’analisi del contesto organizzativo.
Nella fase dell’attuazione – che rappresenta il momento in cui si attua ciò che si è pianificato – vengono effettuati i controlli operativi sulle misure di prevenzione e protezione. Una volta verificati i risultati raggiunti, attraverso riesami periodici e valutazioni prestazionali (fase di check) si passa alla fase finale dell’azione in cui, sulla base degli esiti delle verifiche e delle valutazioni prestazionali, vengono identificate le azioni correttive da intraprendere ai fini del miglioramento continuo.
Tale approccio costituisce una modalità particolarmente efficace per organizzare e gestire le attività di un servizio di prevenzione e protezione in modo da creare valore aggiunto per la sicurezza nei luoghi di lavoro, ottimizzando tempi, costi e prestazioni. “La pubblicazione della prassi rappresenta, a nostro avviso, una svolta epocale nel settore della sicurezza nei luoghi di lavoro. Per la prima volta le attività del responsabile dei servizi di prevenzione e protezione vengono ordinate ed elencate in un documento unico, che certamente produrrà una migliore gestione della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro, sia da parte dei tecnici che da parte delle aziende. La sicurezza non è un costo, ma un valore aggiunto; non è un’attività da svolgere con approccio prescrittivo, ma con una visione prestazionale. La prassi di riferimento risponde al meglio a questi principi”, dichiara Gaetano Fede, project leader della pdr e consigliere Cni responsabile area sicurezza.
“Il ruolo della normazione Uni in materia di sicurezza del lavoro è definito nel Dlgs 81/08 attraverso le linee guida Uni Inail, un ruolo ribadito nel Dlgs 223/17 che assegna alla normazione il compito di elaborare norme tecniche per la sicurezza di prodotti, processi servizi”, spiega il presidente Uni Piero Torretta. “Molteplici sono stati in questi anni gli interventi della normazione in materia, dalla Uni ISO 45001 che ne definisce l’assetto nazionale ed internazionale, alla Uni 11751:2019 sulla asseverazione dei Sgsl da parte degli organismi paritetici. La PdR 87:2020, definendo un approccio strutturato per processi delle attività dei Spp, si innesta in questo contesto fornendo una linea di indirizzo con cui sviluppare, monitorare, valutare le attività da espletare per assicurare la tutela della sicurezza dei lavoratori”. “Una attenzione -conclude Torretta- che, anche in risposta al rischio Covid, conferma la centralità della dignità della persona nella attività normativa Uni”.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Adnkronos.