Massimo Battaglia, segretario generale Confsal Unsa
Pubblicato il: 01/07/2020 17:20
“Lo stato di agitazione che abbiamo proclamato insieme ad altre sigle sindacali nasce dal fatto che avevamo un accordo firmato con il presidente Tridico, e il presidente non lo sta applicando. E in più dando un’accelerata sulla riapertura delle sedi dell’Inps, senza che sia garantita la salute e la sicurezza dei lavoratori, ma anche degli utenti. Ancora non ci ha contattato, ma è meglio che lo faccia presto perché all’Inps abbiamo già tanti problemi….”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Massimo Battaglia, segretario generale della Confsal Unsa, una delle sigle sindacali che insieme a Fp Cgil, Cisl Fp, Confintesa Fp ha proclamato ieri lo stato di agitazione del personale dell’Inps.
Alla base di questa decisione, secondo i sindacati, “la palese violazione dell’accordo del 3 giugno” da parte dell’amministrazione, intesa siglata per affrontare la fase 2 con l’obiettivo di “coniugare i diritti dei lavoratori dell’ente con quelli della cittadinanza”. I sindacati denunciano, infatti, come i vertici dell’Inps “abbiano disatteso quanto previsto, non convocando il tavolo di monitoraggio, né fornendo alcun dato sullo stato delle lavorazioni dei ‘prodotti Covid’ e sul servizio di informazione agli utenti reso in questo periodo di emergenza, ma limitandosi ad informarci della propria volontà di aprire gli sportelli al pubblico con accesso fisico” da oggi 1° luglio.
Secondo Battaglia, invece, “se non c’è sicurezza per il personale è giusto che si continui a lavorare in smart working, che non vuol dire certo stare a casa in pigiama, come dicono alcuni o non fornire servizi agli utenti”, sottolinea.
E oggi, come spiega ad Adnkronos/Labitalia Piero Ciaraldi, di Confsal Unsa Inps, “abbiamo proclamato assemblee del personale per tutta la prossima settimana, a partire da lunedì”.
“La nostra paura è anche collegata al fatto che con un’apertura indistinta di sedi in tutta Italia ci potremmo trovare di fronte, in alcuni territori, a una folla inferocita di utenti che vogliano avere spiegazioni sull’erogazione di alcuni prodotti Covid, quando invece l’Istituto non le dà neanche a noi. E anche per questo protestiamo”, sottolinea il sindacalista.
E per Ciaraldi “è stato scorretto da parte della direzione generale mandare un messaggio lo scorso 24 giugno che in pratica ‘sorpassava’ unilateralmente l’accordo dello scorso 3 giugno, ordinando appunto le riaperture delle sedi”. “Noi abbiamo dato mandato alle nostre Rsu di non firmare alcuna intesa peggiorativa a livello locale dell’intesa nazionale dello scorso 3 giugno. E adesso aspettiamo di essere convocati da Tridico e dal Cda come abbiamo chiesto”, conclude.
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