Il presidente regionale di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, facendo riferimento ai lavori del convegno di Confcommercio professioni dal titolo “#Professioni Restart, la ripartenza fra opportunità e criticità”, tenutisi ieri a Roma, evidenzia che “sono poco meno di 100mila, nella nostra regione, le persone che scelgono la via del lavoro autonomo professionale”.
“Ma non si tratta solo – prosegue Manenti – del lavoro dei professionisti. Il lavoro professionale abilita anche il lavoro altrui, con un impatto fortissimo nel rafforzamento e nel miglioramento del sistema economico e imprenditoriale. I professionisti sono “input intermedi” di conoscenza nella catena del valore del nostro territorio, input determinanti per la qualità e la competitività dell’economia locale, così come ha sottolineato il presidente nazionale Carlo Sangalli”.
E’ stato spiegato che è necessario accompagnare il “rimbalzo di crescita” dell’economia (+4,2% in Sicilia nel 2021) con vera innovazione, aumento della produttività e delle competenze per rendere questa crescita duratura ed equilibrata. “In questi due anni – continua Manenti – i professionisti hanno sofferto ma sono comunque cresciuti in termini assoluti e per reddito totale generato. E’ vero, come dice Sangalli, che le professioni stanno cambiando, si stanno evolvendo. Tutte le professioni. Come sono cresciuti i rappresentati, così è poi maturata la rappresentanza: Confcommercio Professioni ha coinvolto sempre più associazioni pure a livello territoriale per
migliorare il radicamento e offrire nuovi servizi. Eppure, individualmente, i professionisti sono a rischio e il Covid ha enfatizzato questa fragilizzazione: se il reddito totale generato aumenta, il reddito medio pro capite negli anni è diminuito del 25%”.
“Per questo – dice ancora Manenti – è emerso che uno dei temi più cari a Confcommercio Professioni rimane oggi, oltre a quello della rateizzazione del carico fiscale, anche quello dell’equo compenso per le prestazioni professionali. E al tema dell’equo compenso è stato aggiunto anche quello della “pari dignità”. Pari dignità di
status con le imprese. Pari dignità nel rapporto con la Pubblica amministrazione. Pari dignità nella previdenza complementare, nel welfare e nella qualità della vita. Perché certamente i professionisti risentono della loro grandissima varietà e differenziazione interna ma le professioni hanno tutte il medesimo bisogno di buona regolazione, pari condizioni di mercato, riconoscimento delle competenze, tutela. Ritrovarsi e riconoscersi in un coordinamento dentro una grande confederazione d’impresa come Confcommercio non è quindi solo un tema di immagine. E’ un tema sindacale forte che afferma la profonda imprenditorialità della figura professionale. Un’imprenditorialità dall’identità fortemente terziaria, perché nei servizi di mercato opera il 98% dei
professionisti. Per questo, Confcommercio si sente la casa delle Professioni, che hanno acquisito – in questo caso sì – pari dignità sindacale a partire anche dalla citazione dal nome della confederazione: confederazione generale del commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti e delle professioni”.