(foto Fotogramma)
Pubblicato il: 17/01/2020 18:35
“Finalmente buone notizie per le lavoratrici e i lavoratori genitori: la sottosegretaria Francesca Puglisi, di fresca consegna delle deleghe da parte della ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, mette mano ai congedi parentali e di paternità, sulla scia della direttiva Ue del 2019 usando anche il Fondo sociale europeo e ampliando gli strumenti di bilanciamento tra tempi di vita e di lavoro”. Lo dichiara ad Adnkronos/Labitalia, Alessandra Servidori, docente di politiche attive e di pari opportunità nel lavoro pubblico e privato all’Università di Modena e Reggio Emilia e professore di politiche del welfare e componente European social network.
Servidori commenta l’annuncio dato da Puglisi di “un piano di rinnovamento delle politiche di sostegno alla conciliazione tra lavoro e famiglia per le lavoratrici e i lavoratori, attraverso la messa a punto di un mese di congedo parentale del padre che non potrà essere trasferito alla madre, congedo affiancato a una serie di misure per promuovere una rivoluzione culturale”. “I sette giorni ottenuti in legge di bilancio sono ancora pochi e c’è anche la predisposizione anche di un diverso uso dei fondi europei destinati alle politiche di contrasto alle disuguaglianze”, aggiunge l’esperta.
“L’obiettivo è facilitare la conciliazione tra lavoro e famiglia e rafforzare il ruolo del padre. L’Italia, come gli altri Stati membri, si sta adeguando per recepire appieno nelle proprie leggi la direttiva. Attenzione a non confondere però il congedo di paternità con il congedo parentale, anche se la direttiva specifica che gli Stati devono assicurare i requisiti minimi e lascia ampia discrezionalità sul punto”, avverte Servidori.
“Questa direttiva -ricorda Servidori- vuole realizzare una maggiore parità di genere e una migliore divisione delle responsabilità. Le donne hanno sofferto a causa della mancanza di parità, che ha portato a differenze di retribuzione e a un divario pensionistico e devono essere sostenute per entrare nel mercato del lavoro e raggiungere il loro pieno potenziale, mentre i padri avranno un ruolo più importante nell’educazione dei loro figli”.
Non solo. La direttiva, dice, “va anche a vantaggio dei familiari che si occupano di una generazione più anziana, è positiva per gli uomini, le donne, le famiglie e l’economia”. “Il tasso di fecondità italiano è stimato all’1,42 nel 2030 e all’1,66 nel 2070. Pertanto gli interventi normativi per il rilancio demografico rappresentano una priorità”, aggiunge.
Del resto, ricorda Servidori, ” l’interesse, da parte dei papà che vivono in Italia, sembra esserci”. “Recenti statistiche certificate dall’Inps -cita l’esperta- evidenziano l’aumento dei padri che si assentano dal lavoro utilizzando i congedi previsti dalla legge: sono passati dai 50.474 del 2013 ai 107.369 del 2017, con una crescita del 113%, anche se si tratta comunque di poco più della metà dei potenziali beneficiari”. Occorre comunque operare su altri interventi di sostegno all’occupazione femminile, auspica Servidori, “anche riposizionando la spesa pubblica sul welfare, perché la programmazione dell’utilizzo del Fondo europeo comporta ovviamente tempi abbastanza lunghi e una relazione strettissima con le regioni che devono cambiare velocemente il paradigma sul quale hanno fondato le loro politiche sociali”.
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