Pubblicato il: 14/01/2019 14:03
“Una sentenza molto importante che indica la direzione giusta da seguire per l’inquadramento dei rider’. A commentare con Adnkronos/Labitalia la sentenza della Corte d’Appello di Torino sui ciclofattorini Foodora è il presidente del Cnel, Tiziano Treu. “Ovviamente dobbiamo aspettare la sentenza completa, ma il principio che stabilisce è molto importante”, dice Treu.
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“In un momento di accesa discussione sulla tipologia di lavoro dei riders e in cui ci si interroga se il lavoro da loro svolto sia di tipo subordinato o autonomo -spiega Treu che è stato anche ministro del Lavoro- la sentenza di Torino indica la loro giusta collocazione in quel contenitore nuovo creato dal Jobs Act che sono le collaborazioni etero-organizzate, lavori a metà tra subordinato e autonomo”.
La sentenza, osserva Treu, “mette dei paletti da cui derivano delle tutele fondamentali per questi lavoratori”. Soprattutto, aggiunge il giuslavorista, afferma “il diritto a un salario tutelato da contratto collettivo nazionale di categoria, quello della logistica, settore in cui sono stati già siglati accordi su ambiti simili, come il contratto per gli autisti di Uber”. Poi, come conseguenza dell’inquadramento contrattuale, aggiunge Treu, “ci sono le tutele Inps e le tutele Inail”.
La sentenza arriva mentre è in corso al ministero del Lavoro un tavolo proprio sull’inquadramento del lavoro dei ciclofattorini, fortemente voluto dallo stesso ministro, Luigi Di Maio. “Sicuramente -aggiunge Treu- la sentenza approda su questo tavolo con un’indicazione precisa. E se all’inizio c’era magari un’idea di inquadrare il lavoro dei riders come dipendente, adesso si può usare il comma 2 del decreto 81/15 citato dai giudici di Torino per erogare a questi lavoratori il salario previsto dal ccnl logistica”.
Parlando poi della riforma della governance dell’Inps inserita dal governo nel decreto sulla quota 100, Treu sostiene che la riforma ” è assolutamente necessaria ed è una cosa che era già in cantiere quando io ero in Senato: sta lì da almeno 5 o 6 anni”. “Un ente così importante che muove molti miliardi l’anno e che ha competenze così vaste -precisa Treu- non può essere guidato da ‘un uomo solo al comando’, ma occorre una gestione più collegiale”. “Certo, nel consiglio di amministrazione -spiega l’ex ministro del Lavoro- servono componenti esperti e non lottizzati”.
Parlando di mercato del lavoro Treu ricorda che “il caso dell’imprenditore edile di Treviso che non riesce a trovare 30 operai edili ripropone in via generale uno dei problemi più seri del mercato del lavoro italiano: il mismatch tra domanda e offerta di lavoro”. E sottolinea: “In Italia abbiamo migliaia di posti di lavoro vacanti che le imprese non riescono a coprire, e dall’altra parte abbiamo invece percentuali alte di disoccupazione”. “Il non allineamento tra domanda e offerta di lavoro va affrontato seriamente -afferma l’ex ministro del Lavoro- ed è uno degli aspetti fondamentali della riforma del mercato del lavoro”.
Le direzioni in cui muoversi sono due, dice Treu: “Intanto, si dovrebbe fare più orientamento sulla scelta scolastica e poi si deve implementare l’alternanza scuola-lavoro, puntando a far sì che nell’ultimo anno gli studenti siano indirizzati verso settori che cercano lavoro”, conclude.
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