La presidente regionale Anna Lapini: “impariamo a convivere con il virus, ma programmiamo la piena ripartenza dell’attività o le nostre imprese non ce la faranno a sopravvivere”. E anticipa entro febbraio un’analisi dettagliata della situazione del terziario toscano, grazie ai risultati dell’osservatorio congiunturale a cura di Format Research.
“Salute e lavoro possono convivere”. A lanciare lo slogan è Confcommercio Toscana, che ha invitato le associazioni provinciali del sistema confederale toscano a collocare sulla facciata delle loro sedi un grande manifesto con la frase. Ad aderire subito all’iniziativa Firenze e Arezzo, che hanno già provveduto ad appendere lo striscione, Pisa e Livorno, che lo metteranno a breve, Lucca e Massa subito dopo e, a seguire, altri capoluoghi di provincia.
“Ormai è passato un anno da quando il Covid19 ha fatto irruzione nelle nostre vite stravolgendo tutto, e chissà quanto tempo ancora dovrà passare prima che potremmo dirci davvero fuori dalla pandemia”, spiega la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini, “e se è vero che la salute deve essere la priorità di tutti, è vero anche che non possiamo fermare le nostre vite in attesa che la tempesta svanisca. Da qui nasce il nostro appello a tutte le istituzioni: aiutateci a ripartire. Siamo disposti a fare tutto ciò che è in nostro potere per aumentare i livelli di sicurezza nelle nostre attività, compreso accettare più regole, ma dobbiamo anche pensare a salvare il futuro delle imprese, dell’occupazione, dell’economia”.
“Noi siamo convinti che sia possibile e doveroso imparare a convivere con il virus conciliando salute e lavoro e abbiamo voluto gridarlo forte a tutti con questi manifesti. Perché fa davvero male pensare che mentre la politica nazionale è impegnata a dirimere le controversie interne per arrivare alla piena governabilità del Paese, il Paese reale – quello composto da imprenditori, professionisti, lavoratori, famiglie – continua a pensare al domani con fatica. Stiamo ipotecando il futuro nostro e dei nostri figli. È l’ora di fare qualcosa di più”.
Intanto, per delineare meglio il quadro della situazione tra le imprese del terziario, su incarico di Confcommercio Toscana Format Research sta effettuando un’indagine a livello regionale. “I risultati dell’osservatorio congiunturale saranno pronti a fine febbraio”, anticipa la presidente dell’associazione di categoria, “potremo così capire con l’evidenza dei numeri quanto la crisi scatenata dalla pandemia stia incidendo sul tessuto imprenditoriale di commercio, turismo e servizi”.
L’ultimo osservatorio congiunturale, presentato da Confcommercio Toscana nell’ottobre scorso e relativo al terzo trimestre 2020, aveva già certificato in maniera drammatica come il terziario toscano fosse “malato di Covid”. A metà 2020 si era dimezzata l’apertura di nuove attività rispetto allo scorso anno (ne mancavano 1.800 all’appello nel saldo regionale nuove nate-cessate). I consumi erano in calo di ben 12 miliardi di euro (-13,8% rispetto al 2019, peggio della media nazionale), la ripresa della liquidità era ovviamente lontana e sei imprenditori su dieci dichiaravano di avere difficoltà a rispettare le scadenze fiscali, mentre sette su dieci temevano l’aumento del fenomeno usura. A peggiorare lo scenario, le prospettive occupazionali: nel comparto erano già 104mila le assunzioni in meno rispetto al 2019, (-51% solo nel turismo, per lo più a causa del blocco degli stagionali). Con il nuovo osservatorio, Confcommercio Toscana riuscirà quindi ad avere un resoconto definitivo del 2020.