Pubblicato il: 24/01/2019 13:58
“Aver legato il contrasto alla povertà alla ricerca del lavoro non crediamo sia la via giusta: molti poveri non sono in condizioni di lavorare e rischiano di essere esclusi dal reddito di cittadinanza. Ci pare che la norma faccia un passo indietro nella lotta contro la povertà, in quanto eccessivamente schiacciata sulla componente lavoristica”. Lo dice ad Adnkronos/Labitalia il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini, aggiungendo: “E’ un passo indietro per i modi scelti, perché potenzialmente potrebbe essere un buon passo”.
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“Come Acli siamo stati piuttosto critici con il reddito di cittadinanza. Si è voluto superare, infatti, il meccanismo del Rei che proprio ora stava dando i suoi frutti, per passare a un altro che è molto più complesso, troppo, in quanto legato alla ricerca del lavoro”, spiega il presidente delle Acli. “La misura di contrasto alla povertà andava gestita non dai centri per l’impiego -spiega Rossini- ma dai Comuni e dai servizi sociali. Ci auguriamo che non sia messa in discussione l’architettura sociale disegnata dal Rei, che prevede un forte ruolo dei Comuni e del Terzo settore”.
“Come Acli, attraverso i nostri Caf, saremo chiamati a partecipare alla gestione operativa del reddito di cittadinanza. Ma per adesso manca tutto, dal software alle indicazioni sulle procedure”, conclude Rossini.
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