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Marinelli (Ancot): “Da 35 anni difendiamo categoria consulenti tributari”  

Marinelli (Ancot): Da 35 anni difendiamo categoria consulenti tributari

“Trentacinque anni? Potrei descriverli con tanti aggettivi, tutti giusti: di certo, passano troppo presto”. Così, in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia, Arvedo Marinelli, presidente dell’Associazione nazionale consulenti tributari (Ancot), in occasione del decimo congresso nazionale dell’Associazione, in corso a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno).

“L’Ancot – ricorda – nasce nel 1984 per difendere una categoria, quella dei tributaristi, alla quale non erano praticamente riconosciuti diritti. Riavvolgere il nastro della memoria genera sentimenti diversi e riaffiorano tanti ricordi legati alla crescita di una realtà nata come Lapet e successivamente come Ancot. Vorrei ricordare, oltre a Giuseppe Oca, due importanti persone che hanno segnato in maniera considerevole la storia della nostra associazione ovvero Dino Agostini e Saturno Sampalmieri”.

“A loro – precisa – sarebbe spettato il compito di guidare l’Ancot, ma un destino beffardo ha negato che questo accadesse. A loro va il mio ricordo più sentito con l’emozione che da sempre prende il sopravvento. Grazie alla loro eredità, l’Ancot è riuscita a costruire la struttura attuale che le permette di continuare ad essere una delle realtà di riferimento nel sistema italiano delle professioni“.

Sono innumerevoli i momenti di svolta che hanno portato l’Ancot ad essere punto di riferimento per tutti i tributaristi, “ma di certo la legge 4 del 2013 è un pilastro, un momento storico ed emozionante: scrissi, quel giorno, che finalmente oltre tre milioni di professionisti avevano un volto per lo Stato italiano”, ricorda.

“In futuro mi auguro – continua il presidente Arvedo Marinelli – che ci sia continuità nella gestione del gruppo dirigente così come egregiamente fatto e avvenuto negli ultimi 35 anni. Voglio ringraziare tutti, davvero tutti i responsabili regionali, provinciali, ogni singolo associato, perché ognuno di noi ha vissuto l’Ancot come se fosse parte di sé. Auguro al candidato presidente Celestino Bottoni, alla sua squadra composta da Anna Bonelli, Annamaria Longo, Paolo Principi, Stefano Trevisani, ad Andrea D’Onofrio e Luca Lobina, candidati consiglieri ed a tutto il futuro gruppo dirigente le migliori fortune”.

Il congresso – aggiunge il presidente Arvedo Marinelli – è anche l’occasione per complimentarsi con Gian Luca Gregori per l’elezione a rettore dell’Università Politecnica delle Marche. Voglio complimentarmi personalmente e a nome di tutto il Consiglio nazionale; con sincera gratitudine saluto la sua elezione, perché è una persona dalla grande apertura culturale verso il mondo del lavoro e dei professionisti, un mondo che sente il bisogno di una formazione di qualità per la ripresa socio-economica dell’intero Paese”.

Sempre in occasione del congresso nazionale l’Ancot ha reso nota un’analisi da cui emerge che il nuovo regime forfettario è tra le cause dell’aumento del numero delle partite Iva . Rieti, Aosta e Fermo occupano i primi tre gradini del podio tenendo conto degli incrementi e solo in undici realtà provinciali si è registrato un decremento. Nell’analisi dell’Ancot, sono state evidenziate le iscrizioni di partite Iva nel primo trimestre 2019 (indicato tra parentesi l’incremento percentuale rispetto al primo trimestre 2018): Rieti 591 (32,21%); Aosta 429 (27,30%); Fermo 649 (25,05%); Cosenza 2.210 (21,96%); Crotone 600 (21,70%); Alessandria 1.315 (19,98%); Reggio Emilia 1.792 (17,51%); Genova 2.832 (16,02%); Forlì-Cesena 1.212 (15,98%); Lucca 1.414 (15,43%); Lodi 613 (15,01%); Latina 2.002 (14,60%); Cuneo 2.145 (14,46%); Milano 14.165 (13,95%); Vibo Valentia 492 (13,36%); Prato 1.102 (13,03%); Como 1.661 (12,31%); Monza e Brianza 2.672 (12,22%); Oristano 379 (12,13%); Savona 996 (11,78%); Cremona 865 (11,61%); Reggio Calabria 1.550 (11,27%); Grosseto 798 (11,14%); Rovigo 642 (11,07%); Torino 7.781 (10,97%); Campobasso 760 (10,47%).

A seguire: Cagliari 1.466 (10,31%); Biella 472 (10,02%); Rimini 1.330 (9,92%); Firenze 3.654 (9,86%); Napoli 10.178 (9,65%); Frosinone 1.629 (9,62%); Barletta-Andria-Trani 1.155 (9,58%); Roma 17.373 (9,38%); Parma 1.409 (9,22%); Pesaro e Urbino 1.056 (9,20%); Siena 841 (9,08%); Bologna 3.389 (9,04%); Belluno 520 (9,01%); Prov. del Sud Sardegna 828 (8,80%); Viterbo 1.172 (8,72%); Nuoro 764 (8,68%); Vercelli 461 (8,47%); Mantova 1.096 (8,41%); Macerata 972 (8,36%); Ravenna 1.094 (8,32%); Agrigento 1.262 (8,14%); Pordenone 805 (8,05%); Trieste 605 (7,84%); Bolzano 1.619 (7,65%); Varese 2.421 (7,65%); Imperia 712 (7,55%); Livorno 1.076 (7,49%); Ancona 1.332 (7,42%); Asti 666 (7,42%); Bergamo 2.988 (7,37%); Vicenza 2.491 (7,32%); Lecco 912 (7,29%); Brescia 3.620 (7,20%); Modena 2.229 (7,16%); Arezzo 1.118 (6,88%); Matera 566 (6,59%); Pavia 1.640 (6,49%).

Seguono ancora: Potenza 1.020 (6,36%); Venezia 2.461 (6,31%); Perugia 2.055 (6,26%); Massa Carrara 641 (6,13%); Treviso 2.694 (5,98%); La Spezia 707 (5,68%); Trento 1.595 (5,42%); Pistoia 965 (5,23%); Bari 3.831 (4,93%); Foggia 2.066 (4,87%); Verona 2.998 (4,53%); Pisa 1.435 (4,44%); Catanzaro 1.065 (3,80%); Caserta 3.048 (3,67%); Ragusa 1.051 (3,65%); Sondrio 453 (3,42%); Padova 3.015 (3,22%); Ferrara 873 (3,19%); Udine 1.428 (3,10%); L’Aquila 948 (3,04%); Trapani 1.331 (2,94%); Pescara 1.252 (2,88%); Verbano-Cusio-Ossola 414 (2,73%); Palermo 3.336 (2,61%); Catania 3.547 (2,57%); Isernia 295 (2,08%); Taranto 1.520 (1,60%); Piacenza 789 (1,15%); Terni 662 (0,76%); Siracusa 1.211 (0,67%); Messina 1.856 (0,65%); Sassari 1.596 (0,19%); Lecce 2.523 (0,00%); Brindisi 1.206 (-0,08%); Caltanissetta 769 (-0,52%); Enna 450 (-2,17%); Novara 941 (-2,28%); Teramo 1.016 (-5,49%); Avellino 1.351 (-6,31%); Salerno 3.494 (-6,38%); Chieti 1.201 (-7,12%); Ascoli Piceno 635 (-8,37%); Gorizia 274 (-17,47%); Benevento 865 (-24,72%).

“Nel primo trimestre del 2019 che abbiamo analizzato – ha detto Arvedo Marinelli, presidente nazionale dell’Ancot – abbiamo rilevato che ben 104.456 soggetti hanno aderito al regime forfetario, pari a più della metà del totale delle nuove aperture (53,3%), con un aumento di adesioni di ben il 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’andamento è ovviamente condizionato dalle modifiche normative introdotte con la legge di bilancio 2019, che ha elevato a 65.000 euro il limite di ricavi per fruire del regime forfetario con l’introduzione anche di alcune agevolazioni contributive per coloro che aderiscono. Tali modifiche hanno quindi avuto un duplice effetto, da un lato hanno determinato un aumento complessivo delle aperture di partita Iva, dall’altro una ricomposizione delle aperture a favore della natura giuridica ‘persona fisica’ e a sfavore delle forme societarie”.

Il vicepresidente dell’Ancot, Celestino Bottoni, ha aggiunto: “Sono proprio le attività professionali, in base alla classificazione per settore produttivo, il settore con il maggior numero di aperture di partite Iva (20,2% del totale), seguito dal commercio con il 17,8% e dalle costruzioni (9,1%). Un altro dato che appare interessante l’incidenza pari al 14,7% delle aperture operato da un soggetto nato all’estero“.

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