I medici aziendali mettono le mani avanti.
«Non tocca a noi controllare il certificato verde — dicono in sostanza con una nota dell’Anma, l’associazione di categoria—.E non chiedeteci di fornire alle aziende dati sul numero dei dipendenti con il vaccino o con il green pass».
«Il green pass non è un documento sanitario, la possibilità di contagiare e di contagiarsi sussiste indipendentemente dalla condizione vaccinale e/o dal possesso del green pass, e può essere verificato esclusivamente dai soggetti indicati nella norma, tra i quali non è compreso il medico competente , può essere verificato esclusivamente tramite la app dedicata che non rende visibili i dati sanitari, l’attività di verifica non comporta “in alcun caso” la raccolta dei dati (in qualsiasi forma)».
Il certificato verde non rappresenta una “misura di sicurezza” per il datore di lavoro, a meno che non derivi dal reiterato controllo ogni 48h tramite tampone, condizione che riteniamo perlopiù inattuabile. Tantomeno può essere invocato ricorrere ad un aggiornamento del documento di valutazione del rischio relativamente al rischio da virus SARS-CoV-2 tranne che nelle situazioni già definite dal Titolo X del decreto legislativo 81 del 2008».continua su