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Pensioni: ricerca, con quota 100 lavoro per 1 under 30 ogni 3 pensionati  

Con quota 100 lavoro per 1 under 30 ogni 3 pensionati

L’ingresso di un giovane under 30 nel mondo del lavoro nel 2019 ogni tre pensionati ‘in uscita’ con quota 100. E’ quanto prevede una stima sugli effetti della nuova misura del governo, condotta dalla Fondazione Studi consulenti del lavoro e illustrata dal suo presidente, Rosario De Luca, durante il 22° Forum Lavoro/Fisco/Previdenza, svoltosi oggi a Roma. Secondo i professionisti, quindi, circa 116 mila ragazzi under 30 faranno ingresso nel mondo del lavoro in virtù di 314 mila richiedenti accesso al prepensionamento. Ipotizzando tassi differenziati per fondo previdenziale, infatti, si stima una percentuale di turnover pari al 37%.

Come riportato dalle stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio, spiegano i consulenti del lavoro, “accederanno a Quota 100 circa 63 mila autonomi (20%), 94 mila dipendenti della pubblica amministrazione (30%) e 157 mila lavoratori del settore privato (50%)”.

“I tre comparti occupazionali – precisano – hanno, però, capacità di riorganizzazione molto differenti fra di loro. Nel settore privato, ad esempio, la pianificazione delle risorse tiene conto della quota di persone che usciranno per pensionamento. Tuttavia, lo scenario che abbiamo di fronte è di un massiccio anticipo di uscite”.

Ciò comporterà, spiegano i consulenti del lavoro, “un rapido aggiornamento del piano di assunzioni pianificate dalle aziende private e potrebbe, paradossalmente, comportare difficoltà di copertura delle posizioni lavorative perse nel 2019”. “Si stima che ogni 100 dipendenti del settore privato che aderiranno a Quota 100, il 30% uscirà dal settore manifatturiero, l’11% dal commercio e l’8% dal settore dei trasporti e magazzinaggio”, aggiungono.

Per i consulenti del lavoro, “non è così automatico, invece, nel settore pubblico”. “Anche se qui – puntualizzano – il massiccio esodo dei lavoratori over 60 potrebbe creare inizialmente qualche difficoltà ai servizi essenziali come sanità e istruzione. Più semplice la dinamica nel lavoro autonomo, dove i più ridotti volumi produttivi riflettono l’andamento del ciclo economico. Basandosi su tali dati tratti dall’udienza informale dell’Ufficio parlamentare di bilancio del 5 marzo scorso, la Fondazione Studi ha prodotto alcune stime sul tasso di sostituzione di quei lavoratori che quest’anno raggiungono i requisiti necessari per andare in pensione anticipatamente”.

In particolare, spiegano i consulenti del lavoro, “è stato analizzato lo storico del turnover calcolando le uscite per pensionamento per anno e gli ingressi permanenti (contratti a tempo indeterminato e apprendistato) nel mondo del lavoro di giovani con meno di trent’anni”. “Quasi due prepensionamenti su tre interesseranno aziende del Nord Italia (36,6% Nord-Est e 26,5% Nord-Ovest), ai quali si aggiungerà un 20,6% di prepensionamenti nelle regioni del Centro Italia”, concludono.

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