Alessandro Visparelli, presidente dell’Enpacl
Pubblicato il: 01/07/2020 17:40
“Il bilancio consuntivo 2019 dell’Enpacl conferma la sostenibilità del sistema pensionistico dei consulenti del lavoro”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Alessandro Visparelli, presidente dell’Enpacl, l’ente nazionale di previdenza dei consulenti del lavoro.
Una sostenibilità frutto di una strategia ben ponderata, secondo Visparelli. “La strategia adottata a partire dal 2013 continua a dare i suoi frutti, con un prelievo equo sul reddito professionale, un montante individuale che beneficia di gran parte del contributo integrativo, una pensione raggiungibile già a 60 anni di età e calcolata, pro rata, con il metodo contributivo”, sottolinea il presidente dell’Enpacl. Programmazione e anche attenzione ai conti. “A ciò si aggiunga -spiega- la costante attenzione alle spese di gestione, mantenute sostanzialmente inalterate, e alla tanto prudente quanto proficua attività di investimento del patrimonio finanziario”.
Il risultato è che, sottolinea Visparelli, “se valutiamo la sostenibilità con l’indicatore stabilito dalla legge, ossia la copertura delle pensioni in essere da parte del patrimonio, l’Enpacl garantisce ben 10 e non solo 5 annualità. Ma il sistema di finanziamento dell’ente è a ripartizione e, dunque, la vera sostenibilità di lungo periodo è data anche da altri fattori, come un equilibrato rapporto tra iscritti e pensionati (oggi 2,35) e tra entrate contributive e uscite per prestazioni (oggi 1,53) nonché dal costante gettito contributivo da parte degli iscritti”, spiega Visparelli.
Secondo il presidente dell’Enpacl tra le misure messe in campo dall’ente per sostenere gli iscritti dallo scoppio della pandemia “la decisione principale è stata assunta ad aprile, con la scelta di ridurre il carico contributivo 2020 per tutti gli iscritti: l’Ente ha fatto la scelta di privilegiare l’economia reale, ossia gli iscritti, rispetto all’economia finanziaria, ossia il patrimonio dell’Ente. Oltre 100 milioni di euro del patrimonio saranno utilizzati per favorire la ripresa della categoria”.
Secondo Visparelli “proprio la consapevolezza che i consulenti del lavoro iscritti sono il vero patrimonio dell’ente, ci ha condotto, sin dall’inizio del lockdown, a intraprendere specifiche azioni in loro favore. Anzitutto sul piano sanitario, con sussidi economici in favore di chi è stato costretto a isolamento o ricovero nonché con la stipula di una polizza collettiva caso morte”, spiega ancora.
“E poi aiuti -aggiunge il presidente dell’Enpacl- per favorire la liquidità, come specifiche convenzioni bancarie a condizioni e tassi vantaggiosi. Non abbiamo trascurato le difficoltà di esercizio della professione, date dal contesto, ed abbiamo fornito gratuitamente a tutti gli iscritti una piattaforma di videoconferenza che ha consentito la creazione di una grande rete, tra colleghi e tra colleghi e loro clienti”, aggiunge ancora Visparelli.
E il sostegno dell’Enpacl non mancherà nei prossimi mesi, che dovranno essere quelli della ripartenza economica del Paese. “Va sostenuta, anzitutto, la ripresa dell’attività professionale, che non potrà più svolgersi come in passato. In tal senso, stiamo completando la registrazione di un corso webcast sullo ‘Studio 4.0’, che offriremo gratuitamente a tutti i consulenti del lavoro che sono interessati a perlustrare i nuovi ambiti di esercizio della professione. Inoltre, non mancheremo di proseguire con le forme di sussidio economico, soprattutto a vantaggio dei giovani Consulenti”, sottolinea Visparelli.
Ma secondo Visparelli ci deve essere anche il sostegno dello Stato. Nei prossimi mesi si deve “attenuare o accelerare il processo autorizzatorio delle delibere adottate dagli Enti di previdenza dei liberi professionisti. Viviamo una stagione emergenziale e, così, gli interventi decisi dagli Enti in favore dei propri iscritti hanno carattere di urgenza, tanto più efficaci quanto più immediati”, sottolinea.
“Non è possibile -spiega ancora Visparelli- che il vaglio ministeriale resti quello ordinario. Naturalmente la responsabilità non è delle strutture bensì di una normativa poco elastica e molto farraginosa”.
E secondo Visparelli il comportamento del governo verso i professionisti da quando è scoppiata la pandemia è fatto di luci e ombre. “Va detto che il governo ha finanziato da subito, attraverso il reddito di ultima istanza, strumenti di sostegno al lavoro libero professionale. Oltre 500.000 professionisti hanno ottenuto per i mesi di marzo e aprile un sussidio e, tra questi, più di 10.000 consulenti del lavoro”.
Allo stesso tempo però, secondo Visparelli, “un notevole punto di caduta, viceversa, è rappresentato dall’esclusione dei professionisti dai finanziamenti a fondo perduto: laddove c’è stata riduzione del volume d’affari, a cosa vale distinguere nell’ambito del lavoro autonomo tra un laboratorio artigiano e uno studio professionale? Per non parlare della differenziazione tra chi esercita individualmente e chi in società tra professionisti”.
“Punti di caduta che il governo avrebbe potuto evitare attraverso il confronto con le rappresentanze professionali”, conclude Visparelli.
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