Pubblicato il: 15/05/2019 18:17
Gli architetti italiani partecipano a Exco 2019, l’Expo della cooperazione internazionale in programma alla Fiera di Roma fino al 17 maggio. Il ruolo sociale e la funzione civile dell’architettura rappresentano sempre di più ambiti centrali della professione e, di conseguenza, anche quello dell’architettura umanitaria e dell’emergenza, in modo particolare negli scenari di calamità, conflitti e accoglienza: si tratta di temi ineludibili dei quali gli architetti si fanno carico.
Il tutto sarà approfondito domani, 16 maggio, attraverso il Focus ‘Spazi (o) alla cooperazione. Stati generali 0.0. Il ruolo dell’architetto nella cooperazione internazionale tra solidarietà e sostenibilità’, organizzato dal Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori e dall’Ordine degli architetti di Roma e Provincia in collaborazione con Asf -Architettura senza Frontiere Onlus e Ak0 – Architettura a kilometro 0.
Gli obiettivi della cooperazione insieme a quelli della solidarietà e della sostenibilità richiedono, infatti, per la comunità degli architetti la definizione di una complessa organizzazione centrale e periferica che deve confrontarsi con le istituzioni e gli operatori di riferimento. Richiedono anche l’approfondimento delle questioni di etica e competenza professionale attraverso una formazione specifica; la costruzione di una rete delle esperienze già in essere per valorizzarne i risultati; la creazione di opportunità di lavoro professionale che, a fianco delle scelte etiche, possano rappresentare uno sbocco operativo concreto.
Per Walter Baricchi, coordinatore del dipartimento ‘Cooperazione solidarietà e Protezione Civile’ del Consiglio nazionale che, insieme al dipartimento ‘Ambiente, energia e sostenibilità’ coordinato da Alessandro Marata ha organizzato il Focus, “sviluppare e valorizzare l’impegno civile degli architetti nelle situazioni di emergenza è un processo di maturazione professionale e di riconoscimento delle nostre capacità e competenze a servizio della società e delle sue collettività: il nostro ruolo sociale può e deve concretizzarsi con il valore della solidarietà, tra i principi fondanti dell’Unione europea”.
“Non un punto di arrivo ma un punto di partenza, ecco gli Stati generali 0.0 del ruolo dell’architetto nella cooperazione internazionale, un potenziale sia da un punto di vista tecnico/lavorativo sia per la spendibilità multidisciplinare di una professione come la nostra”, sottolinea Flavio Mangione, presidente dell’Ordine degli architetti di Roma e Provincia.
“Una sfida -continua – che non possiamo permetterci di perdere visto il faticoso lavoro di studio, analisi e progettualità delle associazioni che ci stanno accompagnando in questo percorso sostenute e indirizzate dal nostro gruppo di lavoro ‘estero’ dell’Ordine. Il Consiglio nazionale è riuscito a mettere insieme istituzioni e associazionismo attraverso percorsi di sostenibilità e solidarietà dell’architettura, come Ordine di Roma ci aspettiamo una importante condivisione e riflessione anche e soprattutto per il futuro della professione”.
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