“Le istituzioni riconoscano il ruolo dei dottori commercialisti nel panorama economico italiano. Riteniamo che senza l’intervento dei professionisti, il vero collante economico del Paese, non sia possibile un’intermediazione tra Stato e contribuenti. Abbiamo voglia di impegnarci e competenze, studio e passione: il governo punti realmente sui giovani e scommetta sulle capacità della nuova generazione. È fondamentale, inoltre, insistere nell’interlocuzione con l’Agenzia delle Entrate. Le cartelle esattoriali stanno subissando i nostri studi professionali, occorre fare un ragionamento con l’Agenzia sul contenzioso e sulla tempistica delle cartelle”. Lo ha detto Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, aprendo a Roma il XIII Forum dei Giovani Commercialisti.
“Una riforma fiscale e un maggiore confronto tra gli attori in campo – ha evidenziato Francesco Paolo Sisto, sottosegretario al Ministero della Giustizia – è ciò di cui ha bisogno oggi l’Italia. E, aggiungo, anche di una categoria dei dottori commercialisti che dia garanzia di normalità. Occorre creare un legame virtuoso tra pubblico e privato, avendo presente che il governo ha fatto il suo lavoro, restituendo alle professioni lo smalto che meritavano”.
Secondo Andrea De Bertoldi (segretario della Commissione Finanze e Tesoro a Palazzo Madama): “In tema di professioni, è finalmente in dirittura d’arrivo il Dl Malattia. Contiamo di ottenere l’approvazione la prossima settimana, sarebbe un passo in avanti enorme per tutti i professionisti italiani, che avrebbero la possibilità di infortunarsi e ammalarsi senza dover temere conseguenze sanzionatorie per sé e per i propri clienti”.
Alberto Gusmeroli (vicepresidente Commissione Finanze della Camera) ha, invece, sottolineato che “il governo sta per varare l’abolizione dell’Irap per tutti i liberi professionisti, le ditte individuali e le imprese familiari. Oltre un milione di persone non pagheranno più l’Irap e non compileranno il modulo della dichiarazione dei redditi relativo. Ora puntiamo all’abolizione della ritenuta d’acconto”.
Al dibattito, al quale hanno preso parte, tra gli altri, Gianni Girotto (presidente della Commissione permanente su Industria, commercio, turismo del Senato) e Andrea Dili (Confprofessioni).
“L’Agenzia vuole proseguire sulla strada del confronto e del dialogo con la categoria dei dottori commercialisti che ha una più completa visione sul mondo reale – ha rimarcato Sergio Cristallo, direttore centrale del coordinamento normativo dell’Agenzia delle Entrate -, essendo in contatto con le imprese e i cittadini”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Paolo Bernardini (amministratore delegato Equitalia Giustizia): “La professionalità dei commercialisti e la completezza delle materie trattate sono centrali in questa nuova fase post Covid. Si tratta di una categoria centrale e determinante anche per l’azione che il governo dovrà portare avanti”.
Per Stefano Distilli (presidente Cassa dei Dottori Commercialisti): “Al di là delle oggettive difficoltà, la professione di commercialista a livello reddituale, numerico e di volume d’affari ha avuto una crescita. È anche diminuito il gap tra redditi maschili e femminili, e allo stesso modo c’è stata una crescita nelle regioni del Sud”.
Mentre Claudio Siciliotti (past president Cndcec), ha sottolineato che i commercialisti “sono l’anello di congiunzione tra il mondo produttivo e le istituzioni, che non dialogano tra di loro. Stanno all’economia come il medico sta alla salute e sono centrali perché tutelano un bene importante, il risparmio e la sua corretta allocazione”.