Rosario Rasizza, presidente di Assosomm
Pubblicato il: 30/01/2019 17:08
“Noi come agenzie per il lavoro ci siamo resi disponibili a capire come fare da ‘ponte’ tra il momento finale, che è l’assunzione a tempo indeterminato, e il momento del ‘divano’. Noi vogliamo essere quelli che prendono queste persone dal divano, le portano in azienda, le tengono qui due, tre, sei mesi prima di arrivare al tempo indeterminato. Sappiamo statisticamente che il 30% delle persone che noi mandiamo presso l’azienda cliente viene assunto a tempo indeterminato dopo almeno tre missioni”. Così Rosario Rasizza, presidente di Assosomm, associazione nazionale di categoria del lavoro in somministrazione che rappresenta oggi 25 agenzie per il lavoro, intervistato da Adnkronos/Labitalia, spiega il ruolo che le agenzie potrebbero avere nella ‘partita’ sul reddito di cittadinanza.
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Agenzie che proprio su questo hanno avuto nei giorni scorsi un incontro con il ministero del Lavoro. “Sono rimasto molto colpito positivamente -spiega Rasizza- da questo incontro. Ho trovato al tavolo persone competenti che avevano voglia di capire e comprendere. Hanno capito che noi possiamo essere un acceleratore del loro obiettivo”. “Io credo che il decreto sul reddito di cittadinanza -continua- si debba ‘spaccare’ in due momenti: è legittimo aiutare chi è in difficoltà, chi non riesce più a inserirsi nel mondo del lavoro e ha bisogno di un sostegno temporaneo; ma da lì a dire che il percettore del reddito di cittadinanza riuscirà a trovare in alcune regioni, anche del Nord, tre offerte di lavoro, fornite dall’azienda cliente, credo che quella sia davvero una sfida a cui tutti dobbiamo dare un contributo e noi agenzie siamo pronte e farlo”.
E il confronto con il governo continuerà. “Ci siamo riaggiornati, a breve credo -sottolinea- che ci riconvocheranno per avere un successivo incontro post-pubblicazione del decreto. Dopodichè l’analisi congiunta di tutte le associazioni di categoria con il governo apporterà qualche modifica per migliorare il tutto e permettere anche a noi di fare la nostra parte. Noi siamo pronti, facciamo questo da 20 anni sarebbe un’occasione sprecata -sottolinea- non cogliere questa opportunità”.
E dalle agenzie per il lavoro potrebbero arrivare novità anche riguardo una delle figure centrali del ‘progetto’ sul reddito di cittadinanza: il navigator. “Nelle circa 2.500 filiali che il settore della somministrazione esprime in Italia, ci sono 15mila addetti a queste attività. Non dico che sono tutti navigator, ma sono tutte persone -spiega Rasizza- che conoscono bene il sistema: c’è chi è più avvezzo alla parte commerciale, chi invece si occupa di più della selezione del personale e della formazione e forse queste sono le persone che si avvicinano di più a quella figura a cui il governo sta pensando”.
Le agenzie hanno incontrato nei giorni scorsi il governo sulla ‘partita’ del reddito di cittadinanza. “Sappiamo -spiega Rasizza- che hanno istituito questa figura del navigator. Ci immaginiamo che siano delle figure che faranno le cose che fanno i nostri addetti nelle filiali. E cioè delle persone che conoscono il mercato del lavoro, capaci di capire chi è l’utente che ha di fronte, quali opportunità può avere per lui. E’ ancora presto, ma la sfida di assumerne così tanti e di metterli al lavoro impegnerà tutti gli attori coinvolti”.
“E qualora -ribadisce Rasizza- ci chiedessero un aiuto, anche su questo noi saremmo pronti a valutarlo insieme a loro. Al momento, non ci hanno chiesto di essere parte attiva sui questo”.
E per il presidente di Assosomm è necessario un intervento sul cosiddetto ‘decreto dignità’ per superare le problematiche che ha provato sul settore del lavoro in somministrazione. “Da luglio in avanti, dopo il decreto Dignità, abbiamo gestito -sottolinea- il nostro tempo non per creare nuovi posti di lavoro, non per andare a collocare nuove persone, ma per andare a rassicurare le nostre aziende clienti di come tecnicamente si poteva proseguire un rapporto di lavoro senza incorrere in sanzioni”.
Per Rasizza, c’è la possibilità di intervenire. “Confidiamo che ci possano essere delle modifiche al provvedimento, almeno per quanto riguarda le agenzie per lavoro”. Secondo Rasizza, il provvedimento ha provocato tanta confusione nel comparto e “quando c’è confusione tendenzialmente possono accadere due cose: o non si fa nulla o si rimanda”. “Ma i due effetti – avverte – sono uguali: meno posti di lavoro e meno persone che vengono ‘inviate’ presso le nostre aziende clienti. questo non fa bene in un momento in cui il Paese stava ripartendo”.
Per il presidente di Assosomm, sul decreto Dignità “forse si poteva immaginare anche un’azione meno invasiva: ha generato molta confusione e questo ce lo dicono non solo i nostri clienti, le aziende, ma anche i nostri lavoratori che molto spesso hanno essi stessi molta confusione su come gestire le proprie missioni di lavoro”.
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