Edoardo Rixi (Fotogramma/Ipa)
Pubblicato il: 26/02/2019 18:12
“Il governo si è impegnato a fare entro una 40ina di giorni un decreto ‘sblocca cantieri’ proprio per cercare di evitare il massimo dei ribassi: in questo Paese ancora si partecipa ad appalti pubblici con aziende che partecipano fino al 70% di ribasso semplicemente perché hanno bisogno di liquidità per pagare le banche e non tanto perché hanno una marginalità di questo tipo che ovviamente è impossibile in un appalto edile”. Lo ha detto oggi a Genova il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, a margine del convegno dal titolo ‘Verso il festival del lavoro 2019’, organizzato a Palazzo Ducale dal Consiglio nazionale dei Consulenti del lavoro. Rixi lo ha detto commentando con i giornalisti i dati sull’occupazione in Liguria, in ripresa nel terzo trimestre del 2018, mentre resta in sofferenza il settore dell’edilizia.
“E’ in sofferenza purtroppo da anni – ha aggiunto – molti lo imputano a una mancanza di investimenti pubblici, in realtà gli ultimi governi e anche l’attuale hanno stanziato molti fondi. Il problema è che oggi noi abbiamo difficoltà a portare avanti i cantieri per il combinato disposto tra il codice degli appalti, particolarmente complicato, un sistema legato agli appalti pubblici e alla legge fallimentare che fa sì che molti appalti, quando poi ci sono sofferenze da parte delle aziende, debbano ripartire dall’inizio. Arriviamo a dei concordati in bianco al 2-3% che creano crisi sistemiche nel settore e soprattutto per i subfornitori, i fornitori, i subappaltatori”.
Sulla revisione delle norme che regolano il settore, ha sottolineato Rixi, “Abbiamo la necessità di fare in modo che in caso di blocco degli appalti si possa procedere rapidamente alle riassegnazioni”.”A mio avviso – ha concluso – sarebbe utile come in Francia anche pagare direttamente sia i subappaltatori sia i fornitori. Questo consentirebbe di sbloccare molte opere che oggi sono bloccate e quindi rimettere in moto quel meccanismo virtuoso che sono appalti pubblici uguale e posti di lavoro”.
Nel corso del suo intervento il viceministro alle Infrastrutture in tema di centrale unica, ha, poi, dichiarato: “C’è un tema grosso. Io non credo che una centrale unica a livello governativo possa risolvere tutti i problemi ma dobbiamo dirci che bisogna ripensare a come consentire ai livelli territoriali di avere centrali che funzionano. Il tema vero è che molte province depauperate non sono in grado di fare opere, ci sono regioni che sono autonome e altre no e abbiamo un’Italia a 2 velocità”.
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