In Italia la situazione generale risulta persino peggiore: ad oggi sono oltre 300 le vittime sul lavoro. In testa la Lombardia con 43, seguita da Campania (35) e Veneto (32). È possibile invertire il trend, passando in primis dalla promozione di una cultura fondata sulla safety? La risposta è sì e, per invertire il trend, arrivano una serie di consigli utili da parte degli esperti del settore: dall’analisi degli incidenti del passato alla manutenzione preventiva fino all’organizzazione di eventi utili a sensibilizzare lavoratori e cittadini. “Si può, anzi si deve: la sicurezza sul lavoro è un gioco di squadra”, afferma Tommaso Barone, HSE Advisor e Safety Coach. Fanno seguito le dichiarazioni di Luca Romano, Safety Manager di KONE Italia: “La sicurezza è più che un semplice concetto, è un vero e proprio codice da seguire per creare un futuro migliore”
“La sicurezza si applica con la stessa forza all’individuo, alla famiglia, al datore di lavoro e agli affari; la sicurezza, nel suo senso più ampio, riguarda la felicità e la libertà del genere umano”: le parole di William Martin Jeffers, ex presidente di una delle più grandi compagnie ferroviarie americane, mettono in risalto un concetto che, secondo una serie di ricerche effettuate sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication, assume ancora più importanza nella contemporaneità. Le prime conferme in merito giungono da Medium: stando a quanto indicato dal portale, negli USA il 96% dei leader d’impresa mette la sicurezza dei propri dipendenti al primo posto. In Europa, invece, la situazione non è così idilliaca, infatti, secondo un recente report stilato dall’European Trade Union Institute, un professionista su 4 (25%) ritiene che la propria sicurezza sia a rischio all’interno del workplace di appartenenza. E in Italia? L’Unione Sindacale di Base e di Rete Iside fa il punto della situazione: il 2023, ad oggi, conta oltre 300 vittime sul posto di lavoro. Entrando più nel dettaglio, la Lombardia risulta la regione con il numero più alto di perdite (43), seguita dalla Campania (2° con 35) e dal Veneto (3° con 32). Inoltre, sempre in Italia, ogni anno muoiono di lavoro più di 1000 uomini e donne. Ora una domanda sorge spontanea: è possibile invertire il trend e mettere ancor più in evidenza la prevenzione? La risposta è sì e sono gli esperti del settore ad affermarlo grazie ad una serie di indicazioni mirate ed efficaci.
Il viaggio alla scoperta dell’universo safety addicted inizia con Tommaso Barone che, in qualità di HSE Advisor e Safety Coach, scende in campo quotidianamente a supporto delle organizzazioni italiane per migliorare la sicurezza sul lavoro attraverso competenze chiave come la comunicazione efficace, la leadership e la motivazione: “Negli ultimi 25 anni, ho messo in sicurezza più di 800 aziende e 350 istituzioni pubbliche e scolastiche in tutto il territorio nazionale, grazie alle competenze e ai riconoscimenti acquisiti nel corso degli anni. La sicurezza è un investimento. A mio modo di vedere, dovrebbe essere il pilastro fondante di ogni impresa di successo e non è un caso che sia anche un tema sotto tutela da parte della legge italiana. Infatti, la figura dell’HSE Advisor, secondo una serie di decreti ed articoli della Costituzione elaborati ad hoc, risulta obbligatorio nelle realtà industriali con oltre 200 lavoratori, nelle centrali termoelettriche, negli impianti ed installazioni, nelle aziende per la fabbricazione ed il deposito separato di esplosivi e polveri, nelle industrie estrattive con oltre 50 lavoratori e nelle strutture di ricovero e cura pubbliche e private con oltre 50 dipendenti. Al giorno d’oggi, considerando anche i ritmi frenetici a cui sono sottoposti quotidianamente i singoli soggetti, risulta imprescindibile promuovere una vera e propria cultura della sicurezza che coinvolga l’intera popolazione aziendale: per questo organizzo corsi e master specializzati al fine di migliorare le competenze di leader d’impresa e professionisti anche dell’ambito scolastico perché la sicurezza non è soltanto un concetto, ma un valore il cui significato deve essere necessariamente diffuso ed insegnato sin dalla più giovane età”.
Ulteriori indicazioni, partendo da un punto di vista più tecnico, vengono elaborate da KONE, multinazionale specializzata nella realizzazione di ascensori e scale mobili che vede nella sicurezza uno dei tratti distintivi della propria identità aziendale, e, nello specifico, da Luca Romano, Safety Manager di KONE Italia: “Realizzando prodotti che hanno il compito di garantire la migliore esperienza di People Flow®, abbiamo l’obbligo di prestare attenzione ad ogni minimo dettaglio. Ciò significa, in primis, promuovere una cultura aziendale fondata sul concetto di sicurezza e mettere i nostri tecnici nelle migliori condizioni lavorative possibili, fornendo loro tutta l’attrezzatura necessaria al fine di svolgere il loro operato al meglio. In questo modo possono realizzare innovazioni in linea con le esigenze quotidiane, capaci di governare i diversi flussi di cittadini in tutta sicurezza. A questo proposito, di recente, abbiamo anche rafforzato la partnership con Hilti, azienda specializzata in soluzioni per l’edilizia, scegliendo la piattaforma cordless «Nuron» per cantieri più sicuri, efficienti, produttivi e tecnologicamente all’avanguardia. La nostra idea di sicurezza passa, in primo luogo, da un’analisi di eventuali incidenti passati, a cui seguono aggiornamento e manutenzione preventiva oltre all’applicazione della digitalizzazione e l’organizzazione di eventi ad hoc utili a sensibilizzare grandi e piccini sul tema”.
Ecco, quindi, i 10 consigli stilati dagli esperti del settore per invertire il trend europeo e amplificare l’importanza della sicurezza nel mondo del lavoro:
- Promuovere la conoscenza della tematica e di tutto quello che può essere relazionato ad essa già all’interno delle scuole grazie ad una serie di lezioni ad hoc organizzate anno dopo anno per classi di ogni età.
- Organizzare corsi di aggiornamento e master con lezioni teoriche e case history pratiche per giovani professionisti e lavoratori più esperti al fine di motivarli e spingerli a restare aggiornati sul tema.
- Analizzare eventuali incidenti del passato, all’interno di edifici aziendali o pubblici, con l’obiettivo di comprendere l’errore e, di conseguenza, apportare le dovute modifiche per il benessere di professionisti e cittadini.
- Valutare con estrema attenzione e precisione ogni tipologia di organizzazione o ambiente di lavoro perché il cosiddetto documento di valutazione dei rischi varia in base ad una serie di indicazioni e tratti distintivi che caratterizzano i singoli workplace.
- Essere proattivi: in questo modo sarà possibile per tutti i leader d’impresa e i professionisti del mondo safety di migliorare costantemente il livello di sicurezza delle aziende per cui lavorano e delle strutture all’interno delle quali mettono in pratica le proprie competenze.
- Coinvolgere la collettività, ovvero l’intero team operativo e dirigenziale per amplificare a 360° una cultura aziendale interamente incentrata sulla sicurezza, in quanto principio di primaria importanza, e sulla sua applicazione.
- Assicurarsi che i lavoratori, di ogni tipologia di mansione, siano dotati dei mezzi, delle protezioni e degli strumenti necessari al fine di svolgere il proprio mestiere nel migliore dei modi: solo in questo modo sarà possibile prendersi cura di loro e dei soggetti terzi.
- Effettuare, con costanza, la cosiddetta manutenzione preventiva che risulta estremamente efficace al fine di evitare incidenti di natura strutturale o qualsiasi tipologia d’imprevisto last minute.
- Abbracciare la digitalizzazione e le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, che possono essere un valido alleato in fase di installazione o upgrade dei vari sistemi di safety presenti.
- Organizzare eventi o iniziative all’interno di edifici dal forte legame con il territorio: in questo modo sarà possibile coinvolgere la popolazione circostante e sensibilizzarla sul concetto di sicurezza da applicare quotidianamente.