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Sistema duale, 29mila ragazzi e 3.300 contratti apprendistato 

 

Il sistema duale della formazione, ossia quello che prevede percorsi sia in aula sia on the job, in raccordo diretto con il mondo del lavoro, interessa in Italia 29 mila ragazzi e conta su 3.300 contratti di apprendistato attivati. A fare il punto è stato un convegno a Roma, in cui ministero del Lavoro, Anpal, Inapp, parti sociali ed enti di formazione hanno tracciato un bilancio dei primi tre anni di sperimentazione del sistema.

Nelle 15 Regioni che hanno avviato i percorsi di sperimentazione del sistema duale nella stagione 2017-2018 risultano iscritti ad attività formative 28.926 allievi di cui circa il 60% frequenta percorsi per il conseguimento della qualifica; 3.306 i ragazzi assunti con contratto di apprendistato di primo livello.

Questi i dati più significativi del primo anno di sperimentazione del sistema duale, il modello formativo integrato tra scuola e lavoro mutuato dalla Germania e già applicato con successo nei Paesi del Nord Europa con riflessi positivi sui tassi di disoccupazione giovanile nel medio-lungo periodo, presentato oggi dal ministero del Lavoro nel corso di un convegno a Roma assieme a Regioni, Parti sociali, Anpal, Inapp ed enti di formazione.

“Si tratta di strumenti sicuramente importanti – ha detto Claudio Cominardi, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – in quanto offrono ai giovani nuove opportunità di apprendimento e di conseguenza incrementano il loro potenziale di occupabilità. Il sistema consente ai giovani di acquisire conoscenze e competenze utili all’inserimento nel mercato del lavoro. Sappiamo anche i Paesi europei che utilizzano il sistema duale riescono meglio di tutti a contrastare gli effetti della crisi sull’occupazione, in particolare di quella giovanile. Occorre però tracciare una via italiana al sistema duale incrementando le iniziative che mirano a contrastare l’abbandono dei percorsi formativi”.

Ad evidenziare punti di forza e di debolezza della sperimentazione ci ha pensato Paola Nicastro, direttore generale di Inapp: “Se da un lato il duale ha il merito di aver recuperato molti giovani che avevano abbandonato gli studi, permangono differenti velocità di sviluppo sul territorio e soprattutto uno scarso utilizzo del contratto di apprendistato”.

Nicastro ha presentato i dati del Monitoraggio sulla sperimentazione del sistema duale all’interno dei percorsi della Iefp (percorsi di Istruzione e formazione professionale) per l’annualità 2016-17, e la tendenza per l’annualità successiva. Alla prima annualità sperimentale risultano complessivamente iscritti ai percorsi formativi in duale 25.508 allievi. Il dato più consistente è costituito dalla partecipazione ai percorsi Iefp, che raccolgono il 73,5% del totale dei partecipanti; seguono gli apprendisti che compongono il 13,1% del totale.

I partecipanti ai percorsi modulari, con 1.753 unità in Emilia-Romagna, costituiscono, il 6,9%. I percorsi Ifts, realizzati in Lombardia e in Emilia-Romagna, registrano la partecipazione di 1.673 unità, pari al 6,6% del totale dei corsisti della sperimentazione duale. L’avvio della sperimentazione sembra, quindi, aver privilegiato la filiera Iefp. In particolare, emerge la preferenza per i percorsi finalizzati all’acquisizione del diploma professionale, con un’offerta Iefp di quarto anno che registra 6.746 iscritti, pari al 26,4% del totale dei partecipanti a tutta la sperimentazione.

“Il duale è un’opportunità di crescita -ha dichiarato Cristina Grieco, portavoce della Conferenza delle Regioni e assessore al Lavoro della Regione Toscana- sia per il sistema formativo che per le imprese. Dalle Regioni è stato fatto un grande lavoro per individuare un modello efficace di formazione professionale. Purtroppo, i numeri segnalano uno scenario a due velocità mentre altre criticità persistono nel mismatch tra domanda e offerta di profili professionali in linea con il mercato del lavoro e nella scarsa collaborazione tra i ministeri coinvolti”.

Raffaele Ieva, dirigente della Divisione IV in Anpal, ha sottolineato che “la finalità degli interventi è stata quella di adottare misure di breve e lungo periodo che agevolano le transizioni e riducono il divario in termini di competenze tra scuola e impresa”. “L’obiettivo finale resto quello di agevolare l’entrata dei giovani nel mercato del lavoro. La scelta di Anpal è stata quella di investire su un intervento strategico a favore dello sviluppo del sistema della transizione come uno degli ambiti principali delle politiche attive del lavoro”, ha concluso.

 

 

Adnkronos.

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