Prima della pandemia da Covid-19 non si era mai sentito parlare della parola Smart Working e invece ora è parte della nostra vita quotidiana.
Nei primi mesi del 2020 gli uffici hanno chiuso e i lavoratori si sono dovuti adattare alla vita lavorativa da remoto sempre però nell’ottica che una volta finita la pandemia si sarebbe tornati alla solita vita. Ma ora che la pandemia è terminata, non sembra che né i lavoratori, né le aziende vogliano tornare in ufficio.
Il 52% delle aziende, non solo in Italia, ma anche all’estero, ha deciso di mantenere lo Smart Working almeno in parte, e altre aziende, soprattutto tantissime startup, stanno addirittura considerando di spostarsi totalmente online.
Ma è tutto così bello come si pensa? Ci sono svantaggi nello Smart Working?
I vantaggi e gli svantaggi dello smart working
L’aumento del lavoro agile negli ultimi due anni ha dimostrato essere vantaggioso su vari livelli.
Dal punto di vista ambientale, è stata la diminuzione dell’uso di mezzi di trasporto per lo spostamento da casa verso l’ufficio non è da poco. In particolare l’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, ha contato una riduzione di 8mila tonnellate di emissioni di CO2.
Anche a livello aziendale, l’introduzione del lavoro agile ha permesso a moltissimi business di risparmiare sui costi relativi all’affitto di luoghi di lavoro adatti a contenere un ampio numero di persone, a cui devono essere aggiunti i costi di per l’RC Professionale.
Ma per i lavoratori invece?
Essere uno smart worker da la possibilità di avere una vita lavorativa più flessibile non solo a livello di orari ma anche a livello di luogo e questo ha sicuramente un impatto positivo sulla salute mentale di moltissimi dipendenti, che non devono più sottostare alla frenesia della vita da ufficio. Ma a livello economico sembra che, oltre alla riduzione dei costi relativi al carburante e ai vari abbonamenti per i mezzi pubblici, il lavoro agile non abbia così tanti benefici.
I costi di luce e gas, prima coperti dalle aziende, ora gravano sui dipendenti.
In un periodo critico come questo, dove il costo dell’energia elettrica ha raggiunto livelli mai visti, le bollette hanno un impatto non da poco sulle finanze degli smart workers.
Soprattutto ora che inizia la stagione invernale, con l’accorciamento delle ore di luce e le temperature più basse, la situazione peggiora ulteriormente. E con stipendi che rimangono invariati sarà dura, soprattutto quest’anno, far fronte a tali spese.
Inoltre, bisogna considerare i costi relativi alla scelta di una connessione wifi adatta a sostenere il lavoro da remoto, perché in caso contrario la qualità delle performance potrebbe risentirne.
Niente più uffici, ormai si lavora da casa
È chiaro quindi che l’unica categoria che potrebbe essere impattata negativamente dallo Smart Working sia proprio quella dei lavoratori dipendenti. E nonostante le tante difficoltà solo il 14% vorrebbe tornare alla tipologia di lavoro ordinaria.
Stiamo assistendo a un vero e proprio cambiamento delle modalità di lavoro che stanno diventando sempre più digitali e tante aziende stanno ormai valutando di spostare il loro business completamente da remoto.
Speriamo solo che gli stipendi vengano adattati alle varie necessità di chi lavora da casa.