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Tridico: “Innovazione e inclusione sociale si raggiungono uniti” 

Tridico: Innovazione e inclusione sociale si raggiungono uniti

Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, sul palco dell’assemblea Cida (Foto Adnkronos/Labitalia)

“La sfida del balzo tecnologico e l’inclusione sociale sono due obiettivi che possono essere raggiunti molto meglio e molto più efficacemente se la classe dirigente di questo Paese, sia pubblica che privata, insieme con tutti gli altri pezzi sociali del paese, fanno sinergicamente il loro lavoro”. A dirlo all’Adnkronos/Labitalia il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, a margine dell’assemblea della Cida.

“La sfida lanciata dal presidente della Cida – sottolinea Tridico – di unire le forze per il futuro del lavoro è molto ragionevole e apprezzabile. Non può che essere il futuro e la strada di un Paese. Ne va sia della coesione sociale del Paese sia della sfida dell’innovazione che il Paese si trova ad affrontare”.

“Esiste una dinamica negativa legata agli investimenti nei settori tecnologicamente avanzati e nella produttività”, osserva. “Quando gli investimenti in Ict – spiega – sono così fortemente distanti dai principali partner europei non possiamo che aspettarci performance negative della produttività. Infatti, tra il 2000 e il 2010 abbiamo assistito a una perdita della produttività e la responsabilità è di tutti: politici e parti sociali”.

“Quello che notiamo – commenta – è la scarsa capacità di creazione di lavoro nei settori più moderni della società. C’è anche una scarsa capacità del tessuto produttivo di assorbire le nuove professioni. Spesso vediamo un numero importante di laureati che emigra per far assorbire le proprie competenze”.

“Gli investimenti adottati nel nostro Paese, fino a Industria 4.0, sono stati fatti unicamente sul lato dell’offerta del lavoro. Ad esempio, la riforma del pacchetto Treu e il Jobs act”, dice ancora il presidente dell’Inps. “Con il cosiddetto decreto Dignità – afferma – c’è un’inversione di tendenza di politiche in cui si dice che il lavoro temporaneo si utilizza solo se c’è una causa. Le imprese devono capire che senza una ragione non si può utilizzare il lavoro temporaneo”.

“Il welfare del futuro che produca innovazione e guadagni in produttività poggia su quattro pilastri: la concorrenza nel mercato dei beni, le politiche attive e formazione, investimenti produttivi capital intensive e riduzione degli orari di lavoro e un reddito e un salario minimo per evitare problemi sociali”, conclude.

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