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Vino: Anteprima 2019 Asti e Moscato Docg, annata di qualità 

Anteprima 2019 Asti e Moscato Docg, annata di qualità

Le cattedrali sotterranee di Canelli

“L’annata è stata buona per tutte le uve. Il primo a uscire è sempre il Moscato d’Asti e poi c’è l’Asti Docg. Finalmente siamo tornati a vendemmiare a settembre; quando si vendemmia ad agosto la temperatura è moto alta e ci sono problemi per raffreddare le uve, invece a settembre la temperatura era già scesa specialmente di notte e con una buona escursione termica siamo andati abbastanza bene”. Così Romano Dogliotti, presidente del Consorzio dell’Asti e Moscato d’Asti Docg, commenta la vendemmia 2019 di quello che è sempre il primo vino per la nuova annata a uscire sul mercato.

“Dal punto vista del mercato, c’è un po’ di crisi sull’Asti – ammette – ma si sta riprendendo abbastanza bene, mentre il Moscato non ha problemi, siamo sempre sui 35 milioni di bottiglie e speriamo che vada avanti così. Il Consorzio è impegnato a fare promozione. Anche sul territorio, per agevolare il turista che arriva, stiamo allestendo delle rotonde con il nuovo marchio del Consorzio, con la dicitura Moscato d’Asti e Asti Spumante Docg”. L’Anteprima 2019 si è svolta proprio in questi giorni, ad Asti, con un doppio evento, ‘Asti & Moscato d’Asti Experience’, organizzato dal Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg e rivolto alla stampa nazionale e internazionale.

Forte attenzione da parte del Consorzio, quindi, anche verso l’estero, giustificata dai dati della Denominazione che ne indicano una chiara propensione all’export. Oltre l’85% degli 87 milioni di bottiglie di Asti e Moscato d’Asti Docg prodotte è, infatti, collocato sui mercati internazionali. L’Asti Docg Dolce è esportato prevalentemente sul mercato europeo, con in testa Russia (21%), Germania (13%), e poi Stati Uniti (10%). I circa 35 milioni di bottiglie di Moscato d’Asti sono invece richieste soprattutto negli Usa, che da soli assorbono il 66% del prodotto, seguiti da Italia (11%) e Corea del Sud (5%). L’Asti Docg Secco, ad oggi prodotto in circa 2 milioni di bottiglie, oltre che in Italia (58%), è consumato anche in Giappone (16%) e Corea del Sud (5%).

Per approfondire la conoscenza della Denominazione e del suo territorio, si è svolta anche una masterclass, ‘Asti Docg e Moscato d’Asti Docg experience’, guidata da Guido Bezzo, responsabile tecnico del laboratorio consortile, Daniele Eberle, agronomo del Consorzio, e Mauro Carosso, delegato Ais di Torino, che hanno presentato il Millesimo 2019 con le sue tipologie, offrendo anche spunti relativi al territorio di produzione e ai processi di vinificazione. Successivamente, il walk-around tasting ha fatto incontrare ospiti e aziende produttrici, testimoni del secolare rapporto tra Moscato e viticoltori, che si ritrova in ogni bottiglia tutelata dal Consorzio.

Non è mancata la visita alle celebri cattedrali sotterranee di Canelli, riconosciute nel 2014 Patrimonio Unesco: gallerie scavate nella roccia dove affinano queste bollicine aromatiche, pronte a brindare con i wine lover di tutto il mondo. Se l’Asti Dolce e il Moscato d’Asti sono ideali per accompagnare i momenti di divertimento, infatti, l’Asti Secco è capace di incontrare i nuovi gusti dei consumatori.

Per completare il percorso degli aromatici, coinvolto anche il Consorzio di tutela del Brachetto d’Acqui Docg, celebre per i suoi vini prodotti nelle colline attorno ad Acqui Terme. Una degustazione in anteprima della vendemmia 2019 chiude, infatti, il programma di questo incoming incentrato sui vini e sul terroir di due Denominazioni testimonial del Piemonte nel mondo.

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