Pubblicato il: 15/05/2019 17:01
Sarà ricordata come l’annata dell’equilibrio, il 2018, per la Sicilia del vino. Un’indicazione confermata sotto tutti i profili di analisi: meteo-climatici, produttivi e qualitativi. Il punto sull’ultima vendemmia è stato fatto in occasione di Sicilia en primeur, l’evento itinerante annuale che si è svolto nei giorni scorsi a Siracusa. Giunto alla 16ma edizione, è organizzato da Assovini Sicilia, l’associazione che riunisce 90 aziende vitivinicole siciliane, che producono complessivamente 900 etichette di cui il 95% Doc. A presentare alla stampa specializzata proveniente da tutto il mondo dati e andamento della vendemmia 2018 M attia Filippi, enologo e consulente fondatore di Uva Sapiens.
A livello nazionale, la vendemmia ha avuto una buona produzione, trend che si conferma dal 2015. Anche la Sicilia è in linea con questa tendenza, ma il 2018 è caratterizzato da produzioni meno estreme. L’annata vitivinicola 2018 sull’Isola, se pur diametralmente opposta al 2017, è rimasta sostanzialmente costante, confermando anche un valore aderente alla media negli anni. A tal proposito, negli ultimi 6 anni di analisi, la Sicilia si conferma tra le tre regioni più equilibrate in Italia con Piemonte e Toscana rispetto alle medie storiche. Tale equilibrio corrisponde anche a una produzione per ettaro contenuta e propedeutica alla qualità, assieme a Toscana e Piemonte tra le 6,5 e 8,5 tonnellate/ettaro, 1/3 rispetto ad altre regioni italiane.
Sotto il profilo meteo-climatico, il 2018 rappresenta a livello europeo l’anno con la temperatura più alta mai rilevata da oltre un secolo. La posizione della Sicilia, al centro del Mediterraneo, rappresenta un vantaggio enorme e unico, se confrontato con altre regioni europee, infatti non si sono registrati eccessi termici nel 2018, mentre negli ultimi 30 anni non ci sono state le forti anomalie climatiche che hanno interessato le altre regioni europee. Dal punto di vista qualitativo, le uve hanno beneficiato di queste precipitazioni estive a livello di bilancio idrico per le tipologie di suoli e le conduzioni agronomiche adottate in Sicilia. C’è stata, inoltre, una dilatazione dei tempi di raccolta che ha permesso una maturazione più lenta e un accumulo zuccherino più contenuto. Le temperature fresche durante le fasi di raccolta hanno aiutato a preservare aromi e acidità nelle uve a bacca bianca.
“Quella del 2018 in Sicilia – afferma Alessio Planeta, presidente di Assovini Sicilia – è stata un’annata molto diversa a seconda delle zone. Una vendemmia che, grazie a una primavera fresca, soprattutto un giugno e luglio freschi, ha dato dei vini molto equilibrati. A differenza di molte zone d’Italia, che hanno avuto una produzione 2018 molto elevata, in certi casi dal 20 al 30% in più degli anni precedenti, la Sicilia ha fatto un’annata quantitativamente in linea con le ultime, e quindi una produzione in equilibrio. Con alcune punte d’eccellenza come il Sud-Est della Sicilia, quindi la patria dl Nero d’Avola, la zona di Noto e di Vittoria, che ha fatto una bellissima vendemmia, e poi l’Etna con i suoi vini bianchi. Bene anche i vini aromatici della parte occidentale della Sicilia, quindi Grillo e Catarratto soprattutto nelle zone più alte. Dunque, raccontiamo una vendemmia di cui siamo abbastanza contenti”.
“Abbiamo presentato l’ultima vendemmia al Sicilia en primeur, che quest’anno si è svolto a Ortigia: un’occasione straordinaria – sottolinea -per partecipare alle masterclass condotte dai master of wine, che hanno presentato la Sicilia con gli occhi di professionisti che poi la raccontano anche in giro per il mondo. Un’edizione che ha visto anche la collaborazione con Le Soste di Ulisse, associazione che mette insieme il meglio della ristorazione e della hotellerie siciliana, per la cena conclusiva in cui 7 chef stellati si sono esibiti al Castello di Maniace. Protagonisti di questa edizione sono stati anche i siti Unesco della Sicilia, proprio perché il racconto del vino non si può mai scindere dal territorio in cui si produce e dalle sue bellezze. La crescita del turismo in Sicilia è per noi un veicolo fondamentale”.
Complessivamente, l’analisi conferma l’importanza del settore vitivinicolo siciliano che, secondo i dati diffusi da UniCredit, vale 550 milioni. In crescita, in particolare, i vini a marchio Doc Sicilia: nel 2019 le prospettive sono di superare i 100 milioni di bottiglie. Il trend del valore delle vendite del vino nel 2018 è molto positivo, raggiungendo il +6%. In questo contesto, Doc Sicilia ha incrementato le proprie vendite del 15,5%. Dall’analisi condivisa è emerso per i vini del Consorzio Doc Sicilia un elevato potenziale di crescita, obiettivo raggiungibile sfruttando gli spazi distributivi ancora disponibili.
“Continua la crescita nel mercato della Doc Sicilia anche nel 2019, dopo un grandissimo 2018 – spiega Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia – che ci ha visto raggiungere e superare gli 80 milioni di bottiglie. I primi 4 mesi dell’anno in corso sono stati davvero incredibili: puntiamo ai 100 milioni di bottiglie e soprattutto a una crescita anche in Italia. La Sicilia è la regione che sicuramente è meglio distribuita sul territorio nazionale, ed è sempre più presente grazie ai risultati del 2019 e alla crescita in particolare del Grillo e del Nero d’Avola”.
Una Doc, quella rappresentata dal Consorzio, che è anche un brand consolidato: “Il valore più grande per tutti i produttori siciliani – rimarca – è il nome della propria Isola, che è conosciuta in tutto il mondo, oltre ovviamente che da tutti gli italiani, e questo ci aiuta a vendere le nostre produzioni uniche in giro per il mondo”. E sono numerosi i progetti promossi dal Consorzio: “Tante sono le energie dietro il progetto Doc Sicilia, tanti sono i progetti, che vanno in tante direzioni, da quello che è il nostro passato riscoperto dei vitigni autoctoni, che erano stati dimenticati, a una viticoltura sempre più sostenibile da un punto di vista non solo ambientale ma anche economico, di cui sicuramente la Sicilia ha un grande bisogno. L’obiettivo è riuscire a puntare al futuro con davvero tanta forza e dare una grande prospettiva ai viticoltori siciliani”, conclude.
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