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Welfare: Hr sempre più attente a salute e benessere dipendenti  

Hr sempre più attente a salute e benessere dipendenti

La salute dei dipendenti, fisica e mentale, vede un ruolo dei responsabili delle risorse umane (Hr) sempre più importante come figure chiave per promuovere il concetto di salute a tutto tondo all’interno dell’azienda. Attrarre e mantenere talenti sembra, inoltre, essere tra le sfide più importanti. Uno degli strumenti sempre più utilizzati è sicuramente il welfare aziendale, un complesso di attività e servizi che il mondo delle imprese assicura ai propri dipendenti con lo scopo di migliorarne la vita, sia privata sia lavorativa. E i dati evidenziano un nuovo focus: l’aumento delle patologie sul posto di lavoro, con malattie ‘nuove’ come depressione e i vari disturbi di ansia, rientrate a pieno titolo all’interno del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, il Dsm 5.

È anche quanto emerge dalla Littler’s Executive Employer Survey, ricerca condotta dallo studio legale Littler su circa 600 Hr in Europa. Quasi 9 intervistati su 10 (87%) affermano di avere intrapreso varie azioni per affrontare e sostenere la salute mentale dei dipendenti: il 41% agendo per garantire adeguati periodi di ferie e assenze per malattia, il 38% limitando l’orario di lavoro e il 35% incoraggiando una cultura in grado di favorire una comunicazione aperta tra i dipendenti e il management.

Le imprese italiane oggi pongono maggiore enfasi sul sostegno ai lavoratori che rientrano da un lungo congedo per malattia mentale. Più di un quarto (28%) è riuscita a reintegrare i dipendenti a fronte di un 6% che dichiara di avere fallito.

“I datori di lavoro europei, Italia inclusa, si dimostrano sempre più consapevoli – commentano Carlo Majer ed Edgardo Ratti, co-managing partner di Littler Italia – dell’esistenza di una problematica connessa alla salute mentale nell’ambito del rapporto di lavoro, con patologie in costante aumento. Le cause sono da rintracciare nel quadro complessivo del mondo del lavoro, caratterizzato da una forza lavoro che invecchia, da una tecnologia e da modelli di business in sempre più rapida evoluzione e dalle forti pressioni del mercato che richiedono ai dipendenti di fare di più, spesso con meno risorse e tempo”.

In parallelo a queste azioni che gli Hr europei stanno già portando avanti, un servizio sempre più apprezzato è quello del coaching, o meglio del business coaching. Il coach in azienda affianca professionisti, manager e imprenditori impegnati in processi di sviluppo e cambiamento personale e professionale.

“Il coaching – spiega Mario Alberto Catarozzo, coach e formatore – può fare molto sia per il benessere in azienda, che per le performance dei dipendenti. Coaching vuol dire avere una mentalità orientata all’obiettivo che sia sostenibile per le persone in ottica life-work balance. Consapevolezza, motivazione, strategia, ottimizzazione delle risorse, flessibilità sono alcune delle innumerevoli competenze che il coaching trasmette. Insomma, chi ha una mentalità coaching oriented è più felice e performante”.

Fra i differenti benefit per la tutela della salute dei dipendenti, nell’elenco dei più graditi rimangono i pacchetti di checkup annuali, personali o anche familiari. Nel 2019 un numero crescente di imprese, tra pmi e grandi aziende appartenenti a vari settori dalla moda all’energia fino agli enti pubblici, ha scelto centri specialistici, per offrire ai propri dipendenti questa tipologia di servizi attraverso i nuovi portali di welfare aziendale. Tra questi, Centro Medico Santagostino.

“Sin dalla nostra nascita – spiega Luca Foresti, amministratore delegato del Centro Medico Santagostino, poliambulatorio presente a Milano, Brescia e Bologna – diamo un’opportunità alle aziende di promuovere la cultura della salute al loro interno, dando la possibilità ai propri dipendenti di accedere a una sanità di alta qualità a costi accessibili. Si tratta di una proposta che riscuote un notevole gradimento nel personale delle aziende coinvolte e che costituisce uno degli elementi della nostra crescita, sia in termini di utenti serviti che come numero di nuovi centri aperti a Milano, ma non solo”.

Sempre più strategica, anche in questo settore, è la collaborazione tra pubblico e privato volta a garantire un numero sempre più ampio di tutele ai dipendenti. Tra gli operatori antesignani, c’è Lilt Milano, Lega italiana per la lotta contro i tumori, che da anni promuove una serie di iniziative rivolte agli Hr manager per fronteggiare l’impatto del cancro sul luogo di lavoro. “Negli anni è cresciuta l’attenzione sul tema della prevenzione oncologica da parte dei datori di lavoro soprattutto se chi si occupa di risorse umane è una donna o se si sono verificati casi di tumore. Per l’azienda l’aspetto positivo è duplice perché comunica ai dipendenti che si sta occupando della loro salute e sostiene una causa benefica”, spiega il presidente Marco Alloisio.

L’Associazione da anni offre, sul posto di lavoro o presso gli ambulatori Lilt, seminari informativi su alimentazione, benessere fisico e patologie oncologiche, e visite di diagnosi precoce, senologiche per le donne e dermatologiche per tutti. Per quanto riguarda le visite, nel 2018, sono state quasi 10mila quelle effettuate nelle aziende e negli enti pubblici. “Ci rivolgiamo alla popolazione sana – sottolinea Alloisio – ma se emergono casi sospetti di tumore il vantaggio è di poterli trattare per tempo”.

E se le prime a sposare il welfare in Italia sono state le grandi multinazionali e le società di servizi sul modello anglosassone, belle sorprese riservano anche i settori tradizionali. Ne è un esempio Metasalute, il fondo nazionale di categoria che fornisce assistenza sanitaria integrativa ai lavoratori dell’industria metalmeccanica e dell’installazione di impianti e del comparto orafo e argentiero, che come strumento di welfare contrattuale risponde alle necessità sanitarie di circa 1.700.000 persone tra dipendenti e loro familiari, offrendo la possibilità ai lavoratori di destinare i flexible benifit a sanità integrativa e prevedendo a tal fine appositi pacchetti.

“In quanto strumento di welfare contrattuale – dichiara infine Silvano Simone Bettini, presidente del fondo Metasalute – riconosciamo il grande valore del welfare aziendale, per questo le fonti istitutive del Fondo hanno deciso di contribuire al suo rafforzamento attraverso l’offerta di specifici pacchetti cui destinare le quote di flexible benefit. Il nostro principale obiettivo è quello di offrire ai nostri iscritti un servizio qualitativamente sempre più elevato e prestazioni mirate e tarate sulle esigenze di quello che per noi è il motore dell’Italia, ovvero i suoi lavoratori e le sue aziende”.

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