(ANSA) – PESCARA, 15 GIU – “L’arte contemporanea è una macchina da esperimenti pericolosissima, non deve essere corretta né bella, ma deve funzionare”. Ne è convinta Emanuela Gizzi che, insieme a un gruppo affiatato di amici amanti dell’arte nelle sue molteplici espressioni, punta consapevolmente sull’assenza di una coerenza estetica per rappresentare la singolare ‘auraticità’ di ciascuno, tema portante del suo progetto. E il progetto ‘Auràtico’ funziona. Ha funzionato a Pescara alla prima uscita – a maggio nella galleria ‘Nero-La Factory’ con i momenti “Trittico”, Performance e ‘gli Specchi’ – come nella seconda, in contesto e spazi completamente diversi all’Aurum (sabato 15 e domenica 16 giugno a partire dalle 18). Nella Performance del primo evento il visitatore si è trovato davanti nove ragazzi vestiti di bianco, disposti a X e “resi privi di qualsiasi indicatore estetico, inclusi sguardo e micro-movimenti muscolari che influenzano la retina di chi osserva, rimossi con una sorta di trance. Lo spettatore – scrive Francesco Salvatore, autore dei testi parte integrante della mostra – non è più solo protagonista del proprio cambiamento, ma anche mezzo tramite il quale l’Altro realizza l’investigazione della percezione della propria anima, con esiti imprevedibili. La fatica dell’osservazione dell’Aura si riverbera nello sforzo della prostrazione sul taccuino, scarno anch’esso, per registrare la percezione, assolutamente soggettiva, dell’Altro. L’artista stessa è l’ideale decimo elemento: presente, impegnata nell’osservazione dell’interazione, coinvolta, osservatrice e osservata lei stessa”. Accanto a Emanuela Gizzi, classe 1998, c’è la curatrice della mostra, Andrea Barbara Romìta. “La comunione d’intenti con l’artista – scrive ancora Francesco Salvatore – si fonda sulla ferma convinzione che ciascun progetto non si costruisca sulla mera precisione matematica, ma sia sviluppo naturale del seme della bellezza piantato al suo interno, dell’empatia con la realtà esterna e del coraggio necessario per presentare al mondo i propri valori e pensieri”. E c’è la fotografa ufficiale, Arianna Consorte, che cattura i momenti irripetibili dell’esperienza collettiva e individuale di ‘Auràtico’. “Aura è l’espressione intangibile ma percepibile dell’essenza di ognuno di noi, che si emana auràticamente, mostrando di volta in volta una qualità diversa dell’individuo” scrive ancora Salvatore, l’Aura “esiste, in quanto concetto antropologicamente imprescindibile e spiritualmente trascinante”. Negli spazi dell’Aurum, “il colonnato è la tua via maestra: seguendolo passo dopo passo, avrai accesso alle stanze che compongono il percorso. Il corridoio stesso ti indicherà quale aspetto dell’Aura stai analizzando”. “Venite a riprendere fiato – è l’invito dell’artista su Facebook – Venite a conoscere i vostri pregiudizi, le vostra sensibilità. Venite a sostenere l’arte giovane e priva di orpelli. Venite a scoprire che la performance esiste anche in altre sfaccettature, che può essere un grande esperimento sociale. E insomma, venite a dire la vostra impressione per una volta che vi viene chiesta”.
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