(ANSA) – PESCARA, 21 NOV – “Fatta la premessa che il rispetto per le vittime è assoluto, ho la netta sensazione che la sentenza di Sulmona e il pignoramento dei terreni della rappresentanza diplomatica tedesca siano il segnale di come la società civile di Pietransieri Roccaraso non abbia sentito riconosciuto negli anni il diritto alla propria memoria collettiva. Occorre quindi ripristinare quella modalità: se il sequestro è per costruire un museo della memoria della strage l’iniziativa è lodevole”. Lo dice all’ANSA Gustavo Corni, tra i più importanti storici italiani che si occupano di storia della Germania e in particolar modo del 900.
Corni insegna Storia contemporanea all’Università di Trento e spiega che “Pietransieri non è una vicenda giudiziaria: non bisogna cercare un tardivo indennizzo o il processo ad un 90enne tedesco. Ma colpire un Priebke o una Villa Rigoni deve servire da insegnamento affinché la memoria resti viva. La cosa più importante ora è ricostruire quella memoria collettiva che sembra smarrita. Faccio un esempio: se c’è memoria dell’alluvione del 1966, a Venezia, nello stesso modo lo stato italiano dovrebbe dire: il Parco della Memoria a Pietransieri? Un mln lo metto io, allora sì che la Germania parteciperebbe subito.
Se invece lo porti in tribunale si blocca subito. Invece queste vicende seguono uno spostamento a destra dello scenario politico italiano che non ha saputo fare memoria. Si riflette in una diffusa amnesia, laddove la smemoratezza italiana non è quella dei tedeschi, che invece sanno di essere il paese che ha offeso – continua Corni – e che è il paese che più di tutti al mondo si è presa cura del passato di crimini con ricerche e finanziamenti che da noi è inesistente. D’altro canto, certo, il concetto di indennizzo economico apre orizzonti non solo di livello italiano, ma europeo: pensate cosa dovrebbe accadere per le vicende della guerra tra tedeschi e russi in Russia. La xoa varrebbe anche per noi. La comunità abruzzese ha diritto alle vie legali, ma sono scettico sulla sua efficacia perchè aprirebbe la strada a mediazioni politiche non utili”.
Lo squilibrio quindi della vicenda Pietransieri per Corni è testimoniato anche dalla vicenda “della collaborazione italo-tedesca sulle stragi e sugli Imi dal 2009 in poi. I tedeschi nella commissione hanno messo fior di storici specialisti che hanno veramente studiato documenti e atti, noi figure di caratura politica di contorno agli storici: col paradosso che la Commissione di fatto ha avuto solo il forte motore tedesco anche se ha prodotto studi notevoli”, conclude il professor Corni.