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Jova Beach Vasto: ambientalisti, rispetto natura è civiltà

(ANSA) – PESCARA, 9 AGO – “La tiritera sul no è veramente stucchevole e preferiamo evitare chiacchiere da bar perché poi esiste la realtà e noi badiamo a quella. Ad esempio, un no alla tombatura di un corso d’acqua per noi rimarrà sempre un segno di civiltà e di conformità alle normative vigenti”. E’ quanto afferma rispondendo a Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti Massimo Pellegrini, naturalista e presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus, tra i più attivi sul fronte del Jova Beach a Vasto.
    “In un paese dove la natura è già in sofferenza, assediata in molteplici modi, l’idea di trasformare spiagge con elementi di naturalità in arene per concerti era e rimane sbagliata in partenza. Eventi con decine di migliaia di persone vanno fatti dove ci sono servizi e condizioni adeguati: stadi, palazzetti e piazze – prosegue Pellegrini – Se poi la giustificazione per questa scelta è quella di lanciare slogan sulla plastica mentre allo stesso tempo si vendono decine di migliaia di bottigliette di plastica, ebbene, non possiamo che sorridere amaramente, considerato anche il giro milionario che certamente permetterebbe ben altre scelte dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Su Vasto come al solito è stato fondamentale leggere e analizzare i documenti ed essere rigorosi anche davanti alle inutili e strumentali provocazioni.
    Bastava leggere le relazioni presentate per evidenziare tutti i limiti, comprese descrizioni della situazione di campo non corrispondenti alla realtà, di un’iniziativa del genere. Tra l’altro rimaniamo sconcertati per il fatto che da dicembre 2018 ancora oggi non si siano compresi i limiti oggettivi ben chiariti dal prefetto di Chieti, che ringraziamo come cittadini.
    Solidarietà alle aree come Cerveteri, Roccella Jonica, Policoro, Castel Volturno, Fermo dove le ruspe invece hanno agito.
    Sorprende invece il silenzio del ministero dell’Ambiente, quando anche ISPRA, massimo organo dello stato in materia, ha sollevato molte criticità su questo modo di intendere la gestione del territorio”. (ANSA).
   

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