(ANSA) – NAPOLI, 12 LUG – C’è un esercito silenzioso di ragazzi che lavora alle Universiadi Napoli 2019. Sono i tirocinanti: tutti under 30, provengono dalle università e sono stati selezionati attraverso un bando predisposto dai loro atenei. Alla Mostra d’Oltremare, quartier generale delle Universiadi, sono stati divisi in diverse aree: sport, marketing, istituzionale, trasportation, tecnica. Lavorano fianco a fianco con i dirigenti delle aree e il giudizio per loro è unanime: “Un’esperienza da rifare”. “Quello che sto vivendo va oltre ogni mia aspettativa” – racconta Paola Del Giudice, 28 anni, una laurea in Giurisprudenza al Suor Orsola Benincasa, argento ai campionati italiani universitari di judo nel 2013 e tedofora quando la fiaccola è arrivata a Napoli e nella staffetta ha raccolto la torcia dalle mani del sindaco de Magistris. “Un’esperienza davvero positiva, non abbiamo orari e lavoriamo in stato di urgenza perenne, ma è tutto fantastico”.
Paola è tirocinante dell’Area istituzionale, diretta da Annapaola Voto. Racconta di essersi lasciata scappare l’opportunità di vivere la stessa esperienza con la Coppa America “perché stavo studiando e volevo chiudere assolutamente”.
“Ma ora sono qui – dice – e dall’inizio ho collaborato attivamente a tutte le attività: supporto nella redazione degli atti istituzionali, protocollo, cerimoniale, i meeting”.
Un’esperienza che, insomma, le ha consentito di mettere in pratica ciò che aveva imparato all’università. “Una formazione incredibile – sottolinea – impari nel concreto, tocchi con mano, vedi la praticità immediata di quanto impari sui libri”. Con lei, nello stesso ufficio ci sono Marco Vitale, 27 anni, studente di Giurisprudenza del Suor Orsola Benincasa e Pietro Fusco, 27 anni, neo laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali all’Orientale di Napoli. “Non mi aspettavo di poter imparare tanto – le fa eco Marco -. E’ una bella esperienza poter far parte, come tirocinante, del Comitato organizzatore di un evento di portata internazionale come le Universiadi. Sono a contatto con persone di tutto il mondo e l’entusiasmo ripaga del lavoro che facciamo”. Un momento di “crescita umana oltre che professionale”. “Assorbo le conoscenze e le competenze dei dirigenti con cui sono in contatto – aggiunge -. Ho imparato cosa significhi il protocollo, il cerimoniale, quali criteri si seguono per sistemare le autorità, come assegnare i posti. Ho avuto la possibilità di imparare le procedure amministrative che all’università si fermavano alla teoria. Qui è tutto pratica”.
Pietro ha mantenuto in ordine l’agende degli appuntamenti, gli eventi, gli incontri istituzionali. “Il mio è un tirocinio extracurricolare – spiega – nel senso che ho partecipato al bando per i ragazzi già laureati nell’arco dei dodici mesi precedenti”. “Qui mi sono sentito parte dell’evento – prosegue – Ho trovato una famiglia”. E assicura che farà di tutto per esserci anche alle Universiadi di Chengdu, in Cina: “L’occasione per mettere in pratica la possibilità di parlare in cinese che ho studiato all’università”.
Dietro le quinte è stato oscuro ma prezioso il lavoro dei circa 5000 volontari selezionati. Dall’accoglienza degli atleti alla trasportation, hanno dato una risposta alle mille richieste pervenute in questi giorni da atleti e delegazioni. (ANSA).