(ANSA) – ROMA, 05 APR – “Francamente, ho pensato che si sarebbe dovuto fermare tutto. Non era giusto che alcune squadre giocassero e altre no. Avremmo dovuto fermarci tutti allo stesso tempo”. La pensa così il tecnico della Roma, Paulo Fonseca, su come è stata gestita l’emergenza coronavirus in Serie A.
“Il calcio coinvolge un sacco di gente, andare allo stadio lo rende un mezzo di propagazione quasi incontrollabile. Come è stato, ed è dimostrato, la partita tra Atalanta e Valencia, grande centro di propagazione – evidenzia il tecnico nel corso di una lunga intervista rilasciata al quotidiano portoghese A Bola -. Avrebbe dovuto succedere a tutti, allo stesso tempo. Ma capisco che questa è una situazione nuova. È stato inaspettato, volevano fare le cose senza fermarsi completamente”.
Riguardo alle prospettive di un ritorno in campo, Fonseca confessa che “è difficile parlarne”. “Prima si ipotizzava una ripresa del campionato a maggio, ora parliamo di giugno o luglio. Tutto dipende da cosa succede fino ad allora – prosegue -. Le cifre dicono che una ripresa a breve sarà difficile. Alcune squadre hanno giocatori infetti. Risolvere questo problema non è facile. Potremmo pensare di tornare a giocare giugno, ma è una visione molto ottimista. Non c’è alcuna previsione di ciò che può accadere”.
In attesa di comunicazioni ufficiali, racconta Fonseca, “i giocatori si mantengono in attività. Non si allenano a calcio, ma lavorano sulla condizione fisica individuale. Non credo che arrivino come in un normale ritiro pre-campionato. E’ una situazione nuova. Dovremo accelerare i processi più velocemente dal punto di vista fisico in modo che, se possibile, saremo pronti in poche settimane per iniziare la competizione”.