“Se i lavori possono cambiare, il lavorare deve essere stabile, poiché ognuno vuole la dignità di guadagnarsi il pane”. Lo ha detto il l’arcivescovo di Genova, e presidente dei vescovi europei, cardinale Angelo Bagnasco nell’omelia della festività di san Giuseppe, patrono dei lavoratori. “Se la società civile non coniugasse la flessibilità – che sembra oggi inevitabile – con la irrinunciabile stabilità, non sarebbe una comunità di vita, ma un incrocio di interessi individuali e corporativi, un mero calcolo di costi e ricavi”, ha detto Bagnasco. Per il porporato è indispensabile “la “necessità di favorire in ogni modo l’informazione su possibilità lavorative e organismi dedicati che aiutino a superare lo smarrimento”. Bagnasco ha ricordato ciò che è accaduto con il crollo di ponte Morandi: “La tragedia sempre viva del crollo del Ponte Morandi ha sprigionato un sentire più alto e un consenso più coeso e fattivo. Questo patrimonio spirituale non deve disperdersi”.