Il crollo del materiale dalla volta della galleria Bertè sull’autostrada A26 Genova-Alessandria-Gravellona Toce, il 30 dicembre, era forse prevedibile in base alle ispezioni fatte. Se così fosse, potrebbe essere contestato il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti, come già avvenuto per il crollo del Morandi.
L’ipotesi di reato è al vaglio del pubblico ministero Stefano Puppo al quale è stato affidato il fascicolo per il crollo.
Al vaglio del magistrato c’è anche il mancato adeguamento alla direttiva europea sulla sicurezza dei tunnel di lunghezza superiore ai 500 metri. Diverse le questioni da sciogliere: la mancata attuazione delle disposizioni di mitigazione del rischio, disposte dalla commissione del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che tipo di conseguenze penali potrebbe avere? E ancora: se con il crollo del materiale si fosse creata una situazione di rischio per gli utenti, cosa sarebbe potuto succedere? I militari del primo gruppo della guardia di finanza hanno intanto ricostruito la catena delle persone che hanno avuto a che fare con la galleria. Quei nomi potrebbero finire presto nel registro degli indagati.