avvocatoinprimafila il metodo apf

L.elettorale, tutti dicono via listino

(ANSA) – GENOVA, 13 SET – L’abolizione del ‘listino’ dei nominati e il riequilibro della rappresentanza di genere – in questa legislatura solo il 10% dei consiglieri è donna – sono i principali punti in comune delle proposte di riforma della legge elettorale regionale in Liguria depositate in ordine di tempo da M5S, Pd, Liguria Popolare e Lega. Maggioranza e opposizione concordano sulla necessità di abolire il listino del presidente, che al momento può nominare 6 consiglieri regionali senza passare per il voto degli elettori. Per rimediare al gap di genere Pd e Lega propongono di introdurre la doppia preferenza di genere, l’M5S che non si possano formare liste con più del 60% dei candidati di un sesso, mentre Liguria Popolare l’introduzione delle tre preferenze.
    La proposta della Lega si distingue per la previsione di un premio di maggioranza ‘rafforzato’: 15 consiglieri più il presidente della Regione alla coalizione che supera il 34% dei voti, 17 consiglieri più il presidente a chi supera il 40% e 19 consiglieri più il presidente a chi supera il 48% dei voti. Tra le novità previste dal M5S il ballottaggio sulla scia del modello di elezione dei sindaci con un secondo turno qualora nessun candidato presidente dovesse raggiungere al primo turno il 50% dei voti più uno. Eventualità pressoché certa nell’attuale sistema tripolare.
    Il disegno di legge di Liguria Popolare è caratterizzato dall’abolizione dei collegi provinciali e l’istituzione di un collegio unico, prevista una lista regionale di trenta candidati: la più votata ottiene 15 seggi più quello del presidente. Idea bocciata dalla Lega che chiede di mantenere i collegi provinciali.
    Il Pd invita a mantenere l’ ossatura della legge in vigore con il sistema proporzionale e un premio di maggioranza che garantisca 16 consiglieri più il presidente a chi vince con il minimo scarto di voti, alla minoranza 14 consiglieri.
    Un puzzle di caselle da incastrare, con la consapevolezza che alla fine della legislatura scorsa quasi tutti i gruppi volevano abolire il listino ma non ci riuscirono. Servono 21 voti per cambiare la legge elettorale regionale, la maggioranza di centrodestra ne ha 17, non può prescindere da un’intesa con M5S o Pd.(ANSA).
   

Exit mobile version