“Non riesco a vedere il mio nipotino. Non ha più senso vivere così”.
In poche parole, scritte su un biglietto, è racchiuso l’addio di un anziano savonese, che dopo tanti giorni di quarantena si è ucciso buttandosi da una finestra di casa. Un gesto estremo che potrebbe non essere isolato. Nei giorni scorsi altri due anziani savonesi si sono tolti la vita, pare fiaccati dall’ obbligo di restare chiusi in casa, senza la possibilità di scambiare due parole con gli amici alla bocciofila o fare una partita a carte.
“‘Non bisogna sentirsi soli, è una fase passeggera, che verrà superata”, dice Carlo Vittorio Valenti, direttore del Dipartimento di salute mentale e dipendenze dell’ Asl 2 di Savona. “Può accadere di sentirsi demoralizzati in questa situazione – spiega Valenti – Gli anziani non possono vedere figli e nipoti, ma torneranno a farlo. I centri di salute mentale sono sempre aperti e se la situazione è grave, gli operatori possono anche andare a casa”.