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Prete social,riscoprire chiesa domestica

(ANSA) – MILANO, 28 APR – “La Cei ha espresso una preoccupazione e ha fatto una provocazione per valutare attentamente questa fase. Si fa un po’ fatica a capire perché si possa lavorare e fare tante cose in sicurezza, e non le celebrazioni in sicurezza”. E’ il pensiero di don Lorenzo Roncali, sacerdote di Crema che di fronte all’isolamento forzato per il coronavirus colma la distanza con i parrocchiani con videochiamate, gruppi whatsapp, celebrazioni in streaming e benedizioni in auto. Come quella di ieri, con indosso mascherina e guanti, seduto sulla capote di un maggiolino rosso, ad aspergere acqua santa davanti alle case.
    “Ai fedeli manca l’eucarestia, io un po’ mi sento defraudato per non poterli incontrare dal vivo, ma dobbiamo rispettare le leggi e creare qualcosa di nuovo – dice all’ANSA don Roncali, noto in città anche come il prete social -. Secondo me si sta riscoprendo di più la dimensione di una chiesa più domestica, famigliare, che non è del tutto sbagliata. Certo, non può essere l’unica dimensione”. (ANSA)

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