(ANSA) – MILANO, 26 LUG – “Le violazioni unilaterali dello status quo sono il segno che al dialogo si sostituisce la forza.
E questo è certamente un segno di debolezza perché la forza viene usata in assenza di altri argomenti. È qualcosa che ci si poteva aspettare dato lo sviluppo di questi anni. Dispiace perché è una ferita in più che brucia per i nostri fratelli greci. Adesso bisogna vedere quali saranno i nuovi passi”: lo dice padre Francesco Patton, dal 2016 custode francescano di Terra Santa, sulla Basilica di Santa Sofia divenuta di nuovo moschea per volere del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
In una intervista realizzata dal giornalista Antonio Sanfrancesco per il sito del settimanale Famiglia Cristiana Patton spiega: “Credo che sia stato eloquente papa Francesco nella breve frase che ha detto, nel tono, nelle pause, nell’espressione del volto e nel movimento del capo”. Io “ritengo che sia poco prudente modificare uno status quo quando riguarda luoghi santi o luoghi sensibili perché significa introdurre uno squilibrio lì dove era stato faticosamente raggiunto un equilibrio”.
Patton risponde di non sapere cosa potrebbe accadere adesso: “Non lo so ma so che quando qualcuno comincia a giocare al rialzo smette solo se salta il banco o se perde tutto” anche perché “la nostra esperienza a Gerusalemme ci dice che quando si trattano i luoghi santi rivendicando un diritto esclusivo di possesso e gestione si va incontro ad amarezze e sofferenze per tutti”. (ANSA).