avvocatoinprimafila il metodo apf

Scuola, sovraffollamento in oltre 1.100 classi: “Situazione allarmante”

i livelli di apprendimento degli alunni. 

Il problema del sovraffollamento delle classi ovvero le classiche “classi pollaio” c’era anche prima del covid19 ,e non rappresenta solo un problema di distanziamento sociale per via del contagio ma influenza in modo negativo la gestione del tempo didattico e i livelli di apprendimento degli alunni. 

Oltre 1.100 classi con una media tra i 25 e i 36 alunni. Alla faccia del Covid e del distanziamento, sono questi i numeri della scuola marchigiana secondo l’analisi di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snal Confsal su dati forniti da un Ufficio scolastico regionale parecchio impegnato, a poco più di un mese dall’avvio del nuovo anno scolastico, in rassicurazioni di facciata. “La situazione è davvero preoccupante” tuonano invece le organizzazioni sindacali marchigiane lanciando un segnale di allarme rispetto alle reali possibilità di rientro a settembre nelle aule scolastiche in condizioni di sicurezza.

“Allo stato attuale – spiegano Lilli Gargamelli (Flc Cgil), Anna Bartolini (Cisl Scuola), Claudia Mazzucchelli (Uil Scuola) e Paola Martano (Snals Confsal) – nonostante i reiterati incontri dei tavoli regionali, nonostante i ripetuti ed incalzanti monitoraggi richiesti alle istituzione scolastiche dalla direzione regionale, non è dato ancora sapere quante siano nel dettaglio le situazioni a rischio in ogni scuola, ossia quanti alunni troveranno posto in classe in sicurezza e quanti spazi aggiuntivi saranno necessari. Non risulta sia mai stata condivisa una mappatura dello stato degli edifici scolastici della regione e del reale fabbisogno aggiuntivo di organico docente ed Ata”.

Dall’analisi dei dati forniti nel mese di maggio dall’Ufficio scolastico regionale emergono situazioni preoccupanti: 189 sezioni di scuola dell’infanzia dovranno accogliere in media dai 26 ai 30 alunni, 188 classi della scuola primaria e 123 della scuola secondaria di primo grado da 25 a 30 alunni, 658 classi della secondaria di secondo grado dai 25 ai 36 alunni, e in molte di queste realtà saranno presenti alunni diversamente abili.

“Sembra evidente – proseguono i sindacati – che le risorse ordinarie attribuite per la copertura dei posti del personale non hanno evitato la formazione di classi sovraffollate, che ancor più oggi appaiono inadeguate per affrontare la ripresa dell’anno scolastico con l’emergenza sanitaria in atto. Se non verranno urgentemente prese decisioni coerenti in termini di investimenti per edifici scolastici, trasporti, spazi e organici (avendo ben presente inoltre la situazione dei territori colpiti dal sisma) le misure “fai da te” a costo zero a cui saranno costrette le Istituzioni scolastiche abbandonate a se stesse, rischieranno di essere disomogenee ed inadeguate a garantire il diritto allo studio degli studenti a partire dai più piccoli e dai più fragili. E non potrà certo essere l’ acquisto dei banchi monoposto o la riduzione del tempo scuola o la didattica a distanza, che va considerata come didattica dell’emergenza, la soluzione del problema. La realtà è che in queste condizioni, il ritorno a scuola per tutti gli studenti avverrà nel caos e nell’incertezza e la responsabilità andrà imputata al colpevole ritardo di chi ha il dovere di prendere delle decisioni”.

Da mesi le organizzazioni sindacali ribattono sulla necessità di risorse straordinarie per incrementare l’organico docente ed Ata, su un provvedimento specifico sulla scuola. “Purtroppo – concludono – la realtà che appare è quella di un Ministero in grande ritardo “sconnesso” dalla realtà in cui si trovano le istituzioni scolastiche del paese, che ha predisposto linee guida senza un giusto investimento di risorse e senza indicazioni precise, e che sta scaricando tutta la responsabilità sulle autonomie scolastiche, i dirigenti scolastici e sugli Enti Locali. “La scuola si fa a scuola” è questo il messaggio che lanciamo, perché come organizzazioni sindacali vogliamo ribadire che la scuola deve riaprire a settembre in presenza per tutti, ma deve poterlo fare in sicurezza per gli alunni e per i lavoratori. Per questo, al contrario di ciò che fino ad oggi è accaduto, serve un reale ed adeguato coordinamento tra i diversi livelli Istituzionali coinvolti – Ufficio Scolastico Regionale, Regione Marche, Anci, Upi – che supporti in modo efficace e tempestivo le autonomie scolastiche in tutte le operazioni propedeutiche alla ripresa delle attività. Se non si vuole mettere in ginocchio la scuola marchigiana impoverendola e dequalificandola basta chiacchiere servono fatti. E a meno di un mese dall’inizio della scuola il tempo è scaduto”.

Exit mobile version