(ANSA) – CAMERINO (MACERATA), 25 APR – Liberazione e resistenza nel giorno del 25 aprile per le zone terremotate dell’Appennino marchigiano assumono un significato che va oltre la memoria di quanto accadde 75 anni fa. Lo evidenziano tre sindaci, raggiunti telefonicamente dall’ANSA, che da quasi 4 anni sono alle prese col post sisma e da un paio di mesi con l’emergenza coronavirus. “In questo giorno – dice Sandro Sborgia di Camerino – ovviamente si ricordano i valori della resistenza nella lotta al nazifascismo, ma per noi resistenza oggi significa anche saper resistere alle restrizioni per il virus e saper resistere ai disagi e ai condizionamenti causati dal terremoto”. Il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, è lapidario: “Liberazione per chi vive nelle aree terremotate significa avere l’opportunità di rientrare nelle proprie case”.
Mauro Falcucci, primo cittadino di Castelsantangelo sul Nera, vede come prioritaria la necessità di “liberarci intanto dal Covid19