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Terremoto: Pazzaglini, accusato di tutto, ora sia chiarezza

(ANSA) – ANCONA, 17 GIU – “Dopo aver subito un processo sommario su giornali, televisione e social mi viene quasi da dire finalmente un giudizio che accerti cosa realmente è successo. Ho sempre detto che non avrei spostato la mia difesa sui social, ma visto quanto si è parlato a sproposito sulla vicenda ritengo necessario fare chiarezza su quanto realmente accaduto”. Così il senatore leghista ed ex sindaco di Visso Giualino Pazzaglini su Facebook dopo essere stato rinviato a giudizio per truffa, abuso d’ufficio e peculato, in relazione ad alcune donazioni per i terremotati, che sarebbero state girate a due sue società. “Per tre anni sono stato accusato praticamente di tutto” dai “pacchi solidali” all’avere “fatto sparire 120mila euro”, all’avere “abusato dei rimborsi”, tutte “cose non vere” per le quali il senatore ha sporto querele. “Dopo un esposto della opposizione di Visso – spiega – la Procura mi processa per circa 35mila euro che avrei fatto guadagnare ‘in modo ingiusto’ (abuso di ufficio), per 2.000 che ho utilizzato per un pagamento per una iniziativa (truffa) e per 10.300 euro di cui mi sarei impossessato (peculato). Per queste accuse ho subito un sequestro preventivo di oltre 45mila euro”. Ma secondo Pazzaglini tra mancati rimborsi e la rinuncia all’indennità di sindaco di Comune terremotato “avrei dovuto avere 70mila euro a cui ho rinunciato perché a carico del Comune. È plausibile quindi che potendo avere del tutto legalmente 70mila euro io ne abbia rubati 10mila e fatti guadagnare 35mila in modo ingiusto?”. Il senatore ricorda inoltre che “già pochi giorni dopo il terremoto sono iniziati gli accertamenti. Al netto di errori che sono sempre possibili, figuriamoci in una emergenza come quella, qualcuno pensa che già sotto controllo avrei fatto qualcosa di illegale?”. Pazzaglini non nasconde la sua amarezza: “per l’esito del giudizio ci vorranno anni e praticamente sono già stato condannato su tutti i mezzi di comunicazione, quindi ora voglio iniziare dimostrare la mia innocenza”. (ANSA).
   

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