(ANSA) – BARI, 1 APR – Un prestigioso biglietto da visita accoglie, da oggi, i visitatori nell’androne del palazzo dell’Acquedotto pugliese (Aqp): sono otto complementi d’arredo progettati dall’artista Duilio Cambellotti e appena restaurati, primo nucleo di un progetto che prevede il restauro complessivo di 98 lotti. “Quando sono stato nominato – ha ricordato il presidente di Aqp, Simeone Di Cagno Abbrescia – ho visitato il palazzo e ho scoperto che negli scantinati era accatastato in stato di abbandono un gran numero di mobili”. “Una delle priorità – ha detto – doveva essere il loro recupero per salvaguardare beni che non solo raccontano la storia dell’edificio, ma hanno anche un valore commerciale elevato. All’epoca vi lavorarono circa 20mila operai guidati da un gran numero di ingegneri e tecnici”. La sede dell’ente che gestisce le risorse idriche pugliesi fu progettata dall’ingegnere Cesare Brunetti nel 1924. I lavori durarono otto anni. Nel 1931 l’allora presidente Gaetano Postiglione chiamò Duilio Cambellotti a completare gli arredi e la decorazione. “All’epoca Cambellotti, pittore, scultore, scenografo, sceneggiatore e uomo d’ingegno – ha sottolineato la storica dell’arte Emanuela Angiuli – era all’apice del successo.
La sua invenzione è l’iconografia dell’acqua, la geniale idea di darle una forma. Ogni pezzo è una pagina scritta per raccontare l’acqua, il suo viaggio dall’Irpinia e dalla Campania, ma anche di come ha cambiato la fisionomia della campagna assetata pugliese”. Cambellotti intervenne sul progetto delle tre facciate, progettò ogni particolare degli interni: dai soffitti ai pavimenti, dalle porte alle finestre, dalle pitture alle sculture per le pareti.
“Partiamo dal palazzo che è un simbolo – ha concluso Di Cagno Abbrescia – per assicurare ai cittadini la migliore acqua possibile. Invito tutti a preferire l’acqua dell’Acquedotto a quella nelle bottiglie di plastica sia perché migliore sia per salvaguardare l’ambiente”.(ANSA).