(ANSA) – FOGGIA, 30 SET – “Verso le 9:30” del 9 agosto del 2017 io e un mio amico “abbiamo sentito dei colpi. Prima alcuni, forse cinque. Inizialmente abbiamo pensato fossero fuochi d’artificio. Poi altri colpi. Allora sono uscito dal casolare e lì ho visto una macchina grigia metallizzata dalla quale sono scese almeno tre persone che hanno fatto fuoco. Io non vedevo a cosa sparassero perché sparavamo verso la stazione”.
È apparso provato dall’emozione Antonio Pazienza, l’agricoltore 42enne di San Giovanni Rotondo (Foggia) che questa mattina ha testimoniato in Corte d’Assise, a Foggia, nel processo a carico di Giovanni Caterino, ritenuto dall’accusa il basista del commando armato che ha compiuto la strage di mafia di San Marco in Lamis, in cui vennero uccisi i fratelli Aurelio e Luigi Luciani, il boss di Manfredonia Mario Luciano Romito ed il cognato Matteo de Palma.
L’uomo è stato ascoltato come testimone del quadruplice omicidio. “Non mi sento assolutamente un eroe. I signori Luciani – ha aggiunto – sono i veri eroi”.