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Banditori in Sardegna, “state a casa”

Dal nord al sud della Sardegna i Comuni ai tempi del coronavirus riscoprono gli antichi banditori per informare la popolazione sulle misure in vigore per contrastare la diffusione del coronavirus. Così a La Maddalena e a Bonorva, nel Sassarese, e a Sestu, nella città Metropolitana di Cagliari, sono comparsi quei piccoli veicoli con i megafoni incorporati, spesso a tre ruote, che si vedevano un tempo. Oggi sono in campo per avvisare i cittadini di rispettare rigorosamente le prescrizioni del decreto del presidente del Consiglio dei ministri e le ordinanze del governatore Solinas.  Il monito è sempre lo stesso: “state a casa”.

A La Maddalena il sindaco Luca Carlo Montella, già attivo con videomessaggi giornalieri, ha mandato in giro il camioncino del servizio manutenzioni per battere palmo a palmo tutta la città per più volte al giorno, sostando anche davanti ai supermercati per ricordare le distanze di sicurezza. A Bonorva, invece i moderni banditori hanno le fattezze dei volontari dei barracelli, che passano per le strade del paese a bordo di un fuoristrada. A Sestu sono gli agenti della Polizia locale e gli altri dipendenti comunali a percorrere le strade principali del paese, su disposizione della sindaca Paola Secci.

Il testo è stringato ma efficace: “La cittadinanza è tenuta ad osservare le seguenti misure di sicurezza: è necessario evitare ogni contatto non strettamente indispensabile con le altre persone, pertanto bisogna rimanere in casa e limitare gli spostamenti. Si può uscire di casa per sole tre ragioni: per recarsi sul luogo di lavoro, per approvvigionamento di beni di prima necessità o per situazioni di strettissima necessità (quali ad esempio l’assistenza a parenti anziani e sempre e comunque osservando strettamente le misure di sicurezza). Ribadiamo che qualsiasi altra attività fuori dalla propria abitazione è assolutamente vietata”.
   

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