Paola Ferro, ottantasette anni. Attrice di “Cagliari 1943: la guerra dentro casa”, opera teatrale in programma stasera a Si ‘e Boi. Sul palco come artista, ma anche come testimone: aveva dieci anni quando le bombe delle forze angloamericane caddero sul capoluogo. Tornerà, insieme agli altri attori, a indossare i pantaloni corti e la divisa da Piccola Italiana, per rivivere tra i banchi delle scuole cagliaritane le giornate degli anni ’40. La maestra è severa: i bambini devono cercare di memorizzare le frasi del Duce in ogni momento della giornata, anche quando giocano con le cerbottane o a “tzacca e poni”. All’inizio anche il suono degli allarmi, la corsa verso i rifugi sembrano quasi un gioco.
Lo spettacolo, produzione del Cada Die Teatro con la regia di Pierpaolo Piludu, andrà in scena alla 19.30. Non solo Ferro: tra i protagonisti venti attori “over” della Scuola di Arti Sceniche della storica compagnia cagliaritana. “Purtroppo, però, per la prima volta in 15 anni – sottolinea Piludu – questo spettacolo, che per noi e un gran numero di cittadini spettatori è diventato un appuntamento della memoria, un canto d’amore per la nostra città, non andrà in scena a Cagliari. Da giugno dello scorso anno, infatti, il Teatro La Vetreria è chiuso, in attesa di importanti lavori che ancora non sappiamo quando inizieranno. Ci auguriamo che il prima possibile il teatro possa riprendere la sua regolare attività. Per questo siamo grati all’Amministrazione comunale di Selargius che ha accolto lo spettacolo”.
Prima dello spettacolo verrà presentata una versione ridotta di “Quando scappavamo col cappotto sul pigiama”, documentario prodotto dalla sede Rai Sardegna. “Sono contenuti frammenti delle oltre 130 testimonianze che abbiamo raccolto in collaborazione con la cattedra di Antropologia Culturale dell’Università di Cagliari e l’ISRE di Nuoro, di piciocheddas e piciocheddus, nostri concittadini che erano ragazzini nei giorni in cui Cagliari si sbriciolava sotto le bombe”.