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Da comunità a maratona, riscatto ragazzi

Una corsa contro il tempo. E un’altra indietro nel tempo. La prima la faranno, sfidando il cronometro e la fatica, due ospiti di 38 e 42 anni della comunità Dianova di Ortacesus alla Maratona di Milano: insieme a un operatore e un’operatrice proveranno, con staffette da circa dieci chilometri, a tagliare il traguardo della prestigiosa gara di domenica 7 aprile. Sono pronti: il loro programma di recupero (la comunità si occupa di dipendenze da alcool e droga) prevede ogni giorno scarpe da ginnastica ai piedi e sgambate nelle campagne di Ortacesus. La corsa indietro nel tempo riguarda, invece, l’innovativo percorso iniziato dai ragazzi di Dianova, struttura da 39 posti: tutti a lezione dall’archeologo, Nicola Dessì, tra nuraghi, tomba dei giganti e domus de Janas, necropoli per imparare a rispettare e conservare le testimonianze del passato.
    Un modo per prendersi cura di stessi valorizzando quello che c’è intorno. “Ma può essere un modo per costruirsi un futuro – spiega all’ANSA il presidente Pierangelo Puppo – una volta terminato il percorso con possibili sbocchi lavorativi come guide turistiche. Per il momento stiamo offrendo delle lezioni teoriche. Ma stiamo predisponendo un progetto da sottoporre alla Soprintendenza per avere le autorizzazioni e consentire ai ragazzi di ripulire i siti e renderli accessibili. I ragazzi sono molto motivati e contenti”.
    Per quanto riguarda la partecipazione alla corsa, Dianova sarà alla staffetta benefica di Milano Marathon per raccogliere fondi a favore della campagna “E dopo di noi…Un ponte verso l’autonomia” avviata nel 2018, che prevede la realizzazione di diversi progetti destinati allo svolgimento di attività come laboratori di formazione professionale, tirocini lavorativi e l’avvio di nuove strutture protette. “La maratona – spiega Puppo – è un po’ una metafora di quello che i ragazzi stanno facendo”.

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