di Manuel Scordo
Impedire il naufragio ecologico cercando di ricucire i legami spezzati dall’industrializzazione e dall’inquinamento con la natura. Creare oggetti, complementi
d’arredo, rivestimenti, ecomalte e materiali a Km 0 e, soprattutto, a zero inquinanti. È questo il tema di “Broken Nature” la 22/a Triennale di Milano dedicata all’ambiente, inaugurata pochi giorni fa dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un percorso tra innovazione e natura, quello curato da Paola Antonelli, direttrice del Moma di New York, con il presidente di Triennale, Stefano Boeri, in cui la Sardegna è stata coinvolta attraverso produzioni artistiche e
imprenditoriali uniche.
Così gli spazi architettonici, le superfici di esposizione, i pavimenti e le pareti hanno preso i colori del mare e della terra, colori caldi provenienti dall’Isola, avvolgendo i visitatori e accompagnandoli nel percorso espositivo. La scelta per realizzare una buona parte dei rivestimenti è ricaduta sulle produzioni di Daniela Ducato, l’imprenditrice che nella natura ha trovato la sua ispirazione e nella bioedilizia la sua scelta imprenditoriale. Una scelta di successo che nel corso degli anni l’ha fatta conoscere in tutto il mondo e che lo scorso anno l’ha fatta incoronare quale imprenditrice italiana più innovativa e influente nel settore industria. Arrivano proprio dalle produzioni Terramia Italia ed Edilatte, dalle filiere Edizero Architecture for Peace proprio dell’imprenditrice di Guspini le ecomalte e i rivestimenti utilizzati nel percorso espositivo della Triennale di Milano.
Per i visitatori una totale immersione nei colori caldi della Sardegna e nell’aria di mare che purifica tutti gli ambienti. E per dimostrare come l’innovazione e la natura possano rappresentare la salvezza del pianeta ecco che nell’esposizione trovano spazio altre produzioni targate Ducato, come i biotessili intelligenti Geolana, fatti di canapa, lana e sughero, idee che hanno consegnato all’imprenditrice il premio Compasso d’Oro 2018. Il progetto “Geolana salvamare e
salvasuolo” delle filiere Edizero è stato inserito anche dal New York Times nella top ten mondiale dei migliori progetti e oggetti iconici per salvare il pianeta. Al “Broken Nature” si è cercato di raccontare il legame indissolubile tra uomo e ambiente e dimostrare come la natura debba essere protetta e valorizzata anche attraverso piccoli ma splendidi oggetti.
Sempre dalla Sardegna sono stati scelti i manufatti della tradizione di San Vero Milis, colorati con pigmenti di alghe o ricoperti con fuscelle, ma soprattutto sono state esposte le opere di Chiara Vigo, l’ultima maestra tessitrice del bisso, la seta del mare. Vere e proprie opere d’arte come la “Golden Bee”
intessuta in oro e bisso del 1938 in una garza di lino dei primi del Novecento.