(ANSA) – ALGHERO, 22 APR – Martedì prossimo, alle 21, le insegne di moltissimi bar, ristoranti, pizzerie, pasticcerie e altri pubblici esercizi si accenderanno per l’ultima volta. La mattina dopo i loro proprietari si presenteranno davanti alle sedi dei Comuni e consegneranno le chiavi dei loro locali. La manifestazione di protesta, organizzata per la prima volta in maniera unitaria dagli imprenditori del settore Ho-Re.Ca e dei locali di pubblico spettacolo, si chiama “Risorgiamo Italia”, ed è il grido di aiuto che il mondo della ristorazione e dell’ospitalità rivolge al governo centrale.
Al coro si unisce anche il comitato Ho.Re.Ca. di Alghero, cui aderiscono moltissimi operatori cittadini chiamati a raccolta da Enrico Daga, imprenditore del settore, animatore economico-culturale e politico, già assessore provinciale della Programmazione e a lungo consigliere comunale. “Le misure ipotizzare per la riapertura di ristoranti, bar, pizzerie, pasticcerie, discoteche e lidi balneari sono insostenibili per la gestione ordinaria di un locale e insopportabili economicamente”, è la premessa che ispira la protesta nazionale.
“Ci chiedono di aprire con gli stessi costi, se non maggiori a prima dell’emergenza, e una previsione di incassi pari nella migliore delle ipotesi al 30% rispetto al 2019”, dicono, chiarendo di essere “apartitici e slegati dalle associazioni di categoria”, cui non vogliono sostituirsi.
“Siamo piccoli imprenditori e le nostre attività, spesso familiari, sono state tramandate di generazione in generazione con enormi sacrifici, lavorando 7 giorni su 7 con i nostri dipendenti”. Tuttavia, “non cerchiamo assistenzialismo – precisano – ma le misure previste per la riapertura di maggio, se non collegate a tutele economiche come cassa integrazione fino a dicembre 2020 e moratoria su affitti e utenze, ci costringeranno a licenziare o a chiudere del tutto le attività”.
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