Un proiettile piccolo, sparato a bruciapelo e penetrato nel torace di Diego Baltolu dall’alto verso il basso, fino a nascondersi fra i tessuti molli del petto. Lo rivela l’autopsia sul corpo del 19enne di Alà dei Sardi ucciso da un colpo di pistola, la notte tra venerdì e sabato scorsi e ritrovato sui gradini di fronte all’abitazione in cui vive la fidanzata di 30 anni, a Buddusò, nel Sassarese.
L’esame condotto dal medico legale Salvatore Lorenzoni in presenza del collega Francesco Serra, nominato dai familiari di Baltolu tramite il loro legale, Giampaolo Murrighile, è andata avanti fino a tarda sera, fornendo risposte utili al lavoro degli inquirenti, impegnati nella ricostruzione di una tragedia che resta ancora avvolta nel mistero.
I medici legali hanno avuto non poche difficoltà a trovare l’ogiva del proiettile nel petto di Baltolu, proprio a causa delle sue dimensioni minime, e della posizione in cui si era fermata. Ora i risultati dell’autopsia saranno confrontati con i riscontri balistici e tutti i rilievi compiuti dal Ris sul luogo in cui è stato trovato il corpo del 19enne. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire le ultime ore di vita di Baltolu per chiarire il dubbio principale sulla sua morte: il giovane barista si è suicidato o è stato ucciso? All’esame degli investigatori anche lo smartphone del giovane.