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Scuola: concorso alle porte ma sale rabbia precari

 

di Stefano Ambu

Concorso alle porte. Ma docenti precari preoccupati e arrabbiati: hanno paura che per loro sia l’ultima chance e molti temono, dopo anni di fatiche, di rimanere tagliati fuori per sempre. Uno dei temi dello sciopero e delle manifestazioni di San Valentino a Cagliari e Sassari (ma ci sono proteste in tutta Italia) riguarderà proprio il futuro degli insegnanti.

Nel nord Sardegna la mobilitazione è organizzata dal Coordinamento dei precari della scuola autoconvocati con la partecipazione del sindacato Cobas Scuola Sardegna. La decisione di scioperare, spiega il comitato, è “arrivata in risposta alla totale chiusura della ministra della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina rispetto alle richieste di stabilizzazione avanzate dai 55.000 precari storici della scuola”.

Il concorso? “Allo stato attuale – avvertono i docenti – la modalità della prova è basata su un test nozionistico che non prevede una seconda chance. Si tratta di ottanta quesiti a risposta multipla da svolgersi in ottanta minuti e che trasformano il concorso in una vera roulette russa che escluderà definitivamente dal sistema scolastico tre insegnanti precari su cinque”.

A far scattare la mobilitazione dei docenti – protesta il Comitato – è stata anche la dichiarazione della ministra di voler escludere dal concorso i precari con servizio esclusivo su posto di sostegno. “Questa interpretazione cambia le carte in tavola nel bel mezzo della partita, escludendo una enorme fetta di precari dall’unica via di stabilizzazione ad oggi contemplata”. Gli insegnanti precari in Sardegna – secondo i dati forniti dal comitato – sono circa 5.000 di cui 3.000 su posto di sostegno e 2.000 su posto comune.

“La Sardegna – questa la paura dei docenti – come già accadde nel concorso 2016, si troverà ancora una volta penalizzata e si avrà pertanto un concorso su base regionale dal quale i sardi saranno praticamente esclusi. I posti di lavoro a rischio sono 5.000”.

Il Coordinamento dei precari di Sassari propone una via di tutela dei docenti precari sardi attraverso percorsi di abilitazione riservati concepiti sulla base delle leggi regionali che permettono di utilizzare come criterio per l’accesso l’avere conseguito un titolo di studio in Sardegna e soprattutto l’aver prestato servizio nelle scuole dell’Isola per almeno 36 mesi.

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