(ANSA) – OLBIA, 30 OTT – Una vendemmia con meno grappoli ma di altissima qualità e studi approfonditi per prevedere i cambiamenti climatici. La cantina Siddùra di Luogosanto, in Gallura, sintetizza la sua filosofia in vigna e in cantina in semplici ma significativi concetti: meno quantità e più qualità, meno uva per grandi vini. Un tornare all’antico ma con la consapevolezza, le conoscenze e le tecnologie di oggi, dopo una vendemmia che ha messo in luce l’impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione del vino.
La cantina gallurese ha concentrato la raccolta dell’uva da fine agosto a tutto settembre, con un calo fisiologico di produzione tra il 15 e 20 per cento e l’impatto negativo sui vitigni dei venti gelidi del maggio scorso. La lenta maturazione del grappolo ha però valorizzato tutti i parametri di ph, zuccheri e acidità, che hanno raggiunto un equilibrio in linea con l’evoluzione della pianta.
“Le aspettative sono molto alte, vedremo i risultati a conclusione della fermentazione – spiega Massimo Ruggero, ad di Siddùra – esistono i presupposti per avere vini di qualità, che ricordano i grandi vini del passato ma con la nuova capacità di adattamento dei vitigni ai cambiamenti climatici”.
Per fronteggiare gli effetti spesso dannosi del clima, piogge copiose e improvvisa siccità, gelate e alluvioni, temperature impazzite, l’azienda ha elaborato una serie di strategie innovative. Dal posizionamento del vitigno che tenga conto della durata delle ore di sole in base all’inclinazione del terreno, alla stazione meteo creata in casa, capace di mappare e prevedere le variazioni climatiche della settimana sul campo e nei campi.
C’è poi il sistema “Piante che parlano”, una strumentazione che consente di monitorare lo stato idrico del suolo e il fabbisogno d’acqua della pianta in base alle mutanti condizioni meteo. “Siddùra prova a guardare lontano. Per mantenere la qualità dei vini nel tempo, dunque dei vitigni, occorre studiare – chiarisce Ruggero – e prevedere i cambiamenti climatici”.