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Sider Alloys: resta nodo costo energia

(ANSA) – CAGLIARI, 9 MAG – Non si scioglie ancora il nodo del prezzo dell’energia nell’ambito della vertenza sul riavvio dello stabilimento ex Alcoa, oggi Sider Alloys, di Portovesme, nel Sulcis. Il vertice al Mise, al quale hanno partecipato, oltre al governo e alla Regione Sardegna, con il governatore Christian Solinas, anche l’azienda, l’Enel e i sindacati, non ha dato le risposte attese. In un tavolo ristretto (governo-Enel-Sider Alloys) relativamente agli accordi presi lo scorso anno è emerso che il costo dell’energia sarebbe più alto di 15 euro a MW che per la fabbrica di Portovesme significherebbero 30 mln di euro su base annua. Così il Governo ha chiesto di studiare soluzioni alternative e, in particolare all’azienda, di rivedere alcuni numeri. “Siamo disponibili ad affrontare il problema da subito ma bisogna fare in fretta – dice all’ANSA Franco Meloni, direttore del personale della Sider Alloys – se ci riconvocano stanotte, noi siamo qui a Roma”.
    Il nodo energia è fondamentale per un’azienda quale quella dell’alluminio primario per la quale il 42% dei costi riguarda questo fondamentale tassello.
    Nel frattempo i 120 operai dell’ex Alcoa di Portovesme restano a Roma e prosegue a oltranza il sit-in organizzato stamattina in occasione del tavolo al Mise al quale hanno partecipato, oltre alla Sider Alloys che ha acquisito lo smelter, anche il presidente della Regione Christian Solinas.
    “Abbiamo preso questa decisione visto l’esito del vertice – dichiara Rino Barca di Cisl Metalmeccanici – non abbiamo avuto alcuna risposta sulla risoluzione del problema dell’energia e del riavvio della fabbrica”. Secondo Roberto Forresu di Fiom Cgil, “il governo ha deluso le aspettative, purtroppo non ha colto la dimensione di questa emergenza: noi abbiamo necessità che il revamping parta subito, ma questo può avvenire solo attraverso condizioni garantite dal punto di vista del costo dell’energia”. Al termine della riunione al Mise il governo ha proposto di aggiornare il tavolo il 24 giugno.
    Nel frattempo però è stato firmato il decreto della Corte dei conti che permetterà ai lavoratori di ricevere l’ammortizzatore sociale.(ANSA).
   

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