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Tumori: pazienti soddisfatti a metà

(ANSA) – CAGLIARI, 17 DIC – Il giudizio di pazienti e cittadini sull’offerta sanitaria destinata ai malati di tumore è positivo, peggiora spostando l’attenzione al confronto con il resto del Paese. Ma l’anello debole è costituito dai tempi d’attesa su cui gli intervistati si esprimono in modo molto critico. E’ in estrema sintesi il quadro dell’assistenza oncologica nell’Isola che emerge da “La Sardegna e la lotta ai tumori: il punto di vista di pazienti e cittadini”, realizzata dall’istituto Ipsos con Salute Donna onlus e illustrata con l’assessore della Sanità Mario Nieddu.
    Circa 4 tumori su 10 sono stati scoperti casualmente, un quarto grazie a visite specialistiche, un quinto per merito degli screening. Al momento della diagnosi un paziente su due ha sentito il bisogno di approfondire chiedendo una seconda opinione nel 61% dei casi, mentre un terzo ha cercato chiarimenti in rete. Poco meno del 17% ha cercato un confronto in famiglia e solo un malato su dieci ha chiesto un supporto alle associazioni di pazienti. Giudizi buoni sull’articolazione dei servizi in fase diagnostica, in particolare sulle relazioni umane, sulla professionalità del personale. Uno su due del campione ha subito un’operazione chirurgica, circa il 40% è stato operato dove era ricoverato. Uno su 10 ha preferito cambiare struttura mentre il 7% ha cambiato Regione.
    In generale i sardi prediligono il servizio pubblico, scelta indicata dall’82% dei pazienti. L’idea che ci lavori personale più competente è la leva primaria della decisione (47%). Anche sul percorso di cura si rileva soddisfazione sia per quanto riguarda l’aspetto umano (cortesia e chiarezza comunicativa del personale), che per la qualità delle strutture. “I sardi si accontentano di quest’offerta sanitaria che deve fare i conti con la peculiarità geografica dell’Isola, noi intendiamo lavorare per superare le criticità – ha detto Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna Onlus – mi auguro che la politica regionale faccia tesoro di questa indagine”. Secondo Francesca Bruder (gruppo “Melanoma e Patologie rare Oncologia Ospedale Businco”, il fatto che i cittadini siano critici “deve farci riflettere e portarci a intervenire”.(ANSA).
   

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