La procura di Palermo ha chiesto la condanna a 14 anni di reclusione per Mered Medhanie Yedhego, l’eritreo arrestato in Sudan ed estradato a giugno del 2016 in Italia con l’accusa di essere a capo di una delle maggiori organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di migranti tra l’Africa e l’Europa. L’imputato si è sempre difeso sostenendo di essere vittima di un errore di persona. Il processo nasce da una inchiesta della Procura di Palermo. I pm cercavano da anni quello che ritenevano uno dei capi dell’organizzazione che gestiva la tratta, conosciuto dall’autorità giudiziaria italiana come Mered Yehdego Medhanie, nome che potrebbe essere uno degli alias usati dal “boss”. Fu la National Crime Agency britannica a dare agli italiani l’informazione che il ricercato si trovava in Sudan. Gli inquirenti sudanesi e inglesi accertarono che aveva in uso più utenze cellulari una delle quali, intercettata dai magistrati palermitani, risultò collegata ad alcuni trafficanti di uomini che vivevano in Libia.