Il gup ha condannato in abbreviato Antonello Montante a 14 anni di reclusione. L’ex presidente di Sicindustria era accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. Sarebbe stato al centro del cosiddetto “Sistema Montante” una rete spionistica utilizzata per salvaguardare se stesso e colpire gli avversari dandogli la possibilità di essere la testa di un “governo parallelo” in Sicilia. Il pm aveva chiesto 10 anni e 6 mesi.
“Il dispositivo della sentenza – ha detto Bertone parlando con i cronisti dopo la sentenza – mi pare che dia largamente conto della fondatezza dell’accusa e dello straordinario lavoro della Procura di Caltanissetta e fa in qualche modo anche giustizia di alcune affermazioni che ho avuto modo di sentire durante il processo”. “Non capisco – ha aggiunto il procuratore di Caltanissetta riferendosi a ‘pressioni mediatiche’ di cui ha parlato in aula uno dei legali di Montante, l’avvocato Giuseppe Panepinto – a cosa faccia riferimento l’avvocato. La Procura si è mossa in condizioni di assoluta liberta’ senza nessun condizionamento. Abbiamo cercato soprattutto le prove per ricostruire questo sistema che ha trovato riconoscimento nel dispositivo della sentenza. Il fatto che la commissione antimafia farà un’indagine su questo processo – ha osservato Bertone – è un altro profilo che non riguarda noi. Certamente il sistema che è stato delineato dalle indagini pone la necessita’ di ulteriori verifiche sui rapporti tra uomini che svolgono attività pubblica e altri soggetti e probabilmente sotto questo profilo la commissione antimafia vuole acquisire ulteriori elementi. Mi pare evidente – ha concluso il procuratore di Caltanissetta – che la sentenza dia conferma di quello che si e’ delineato nel corso delle indagini e cioè che esisteva un ‘sistema Montante'”
Il Gup Grazia Luparello nel dispositivo di sentenza del processo Montante ha disposto anche il risarcimento alle parti civili, compresa la Regione Siciliana per 5.000 euro.
La stessa cifra, a ciascuno, è stata riconosciuta a Graziella Lombardo, Attilio Bolzoni, Gioacchino Genchi, Salvatore Petrotto, Antonino Grippaldi, Gaetano Rabbito, Vladimiro Crisafulli, Pasquale Carlo Tornatore, Marco Benanti, Monica Marino, Fabio Marino, Gildo Matera, Umberto Cortese, e Vincenzo Basso. Un risarcimento di 15mila euro ciascuno è stato riconosciuto a Gianpiero Casagni, Nicolò Marino e Pietro Di Vincenzo. Risarcimento da 10mila euro per Alfonso Maria Cicero e 30mila euro per l’Ordine dei giornalisti di Sicilia e la Camera di commercio di Caltanissetta. Il risarcimento più alto è stato riconosciuto al Comune di Caltanissetta: 70mila euro.